mercoledì 25 febbraio 2015

Pensieri: la variabile della quotidianità

Settimana scorsa mi sono fatta una promessa: una volta a settimana uscire prima da casa e andare in un bar mai provato a fare colazione. Perché? Per creare una variabile. 
Ultimamente sono molto insofferente al quotidiano e ho pensato che, al di là delle mie mille attività post lavoro, creare qualche differenza nei momenti pre lavoro mi può dare una sferzata di sapore di "qualcosa di diverso quest'oggi, che bello!". Complice il fatto che ormai mi sento una pioniera e critica gastronomica vista la mia massiccia presenza su Yelp, cosa c'è di meglio che andare a cercare nel tragitto casa/lavoro dei bar che mi possano proporre la mia amata colazione vegan? Perché il punto principale del mio andare per bar è in primo luogo capire quanto si è diffuso il latte di soia per macchiare il caffè. Oltre a questo sono alla ricerca delle brioche vegane, che settimana scorsa ho scovato al bistrot di Almanatura Bio e ho trovato buone e particolarmente digeribili.
Quindi stamattina, complice il sole, mi son detta "ma sì, facciamo quattro passi verso l'ufficio e andiamo a fare colazione".
In verità il posto selezionato non è stato entusiasmante e completamente sprovvisto di alternative vegan, nonostante questo la piacevole parentesi diversa dal mio solito tragitto mi ha dato una sferzata di buon umore. In più, stavo ascoltando la musica e il mio fidatissimo iPhone mi ha proposto in modalità shuffle uno dei pezzi più belli, a parer mio, della musica alternativa italiana: A Tratti dei CSI.
Ammetto di essere molto abitudinaria su certe cose, una di queste è la musica. Alcuni brani mi accompagnano fissi da anni nei miei vari lettori, canzoni che fanno parte di me, sempre e comunque. Alcune sono proprio una selezione di brani dall'album Ko de Mondo dei CSI, che stanno con me da quando avevo 18 anni.
Ricordo ancora la prima volta che sono rimasta folgorata da Finistere, ero in macchina con il cugino del mio fidanzato di allora, eravamo in Val d'Aosta, stavamo andando non so dove e non so perché e non so nemmeno più come si chiamasse il cugino in questione, ricordo solo che ho esclamato "Chi sono questi?" e quel giorno ho scoperto i CSI. In verità conoscevo già i CCCP dal mio passato punk (per chi non lo sapesse i CCCP hanno cambiato stile e nome, trasformandosi in CSI) quindi non erano nemmeno un nome sconosciuto. Tornata a Milano ho comprato il CD e me ne sono innamorata.
Canticchiavo mentre andavo in ufficio "quando, cosa, perché riguarda solo me" ed ho pensato a quanto la mia vita in effetti siano solo fattacci miei. E a come invece spesso mi sento in balia degli eventi o delle persone o dei giudizi delle persone. Quando invece tutto ciò che sono o che faccio tutto sommato, riguarda solo me. "Trasformami in megafono, mi incepperò, cosa fare non fare non lo so" il testo di A tratti è capace di darmi qualcosa in qualsiasi momento della mia vita io mi trovi.
Ecco perché ora aprirò Grooveshark e ascolterò i CSI. Oggi, va così.
"In viaggio"...

domenica 22 febbraio 2015

The Hello Kitty Plate #63 - soba


Ho comprato la tsuyu! Non sapevo nemmeno esistesse fino ad una settimana fa, é una salsa da usare diluita nell'acqua per fare il brodo alla giapponese per soba e udon! Costa 5 euro ma ben spesi perché pare davvero di stare al ristorante! Ho aggiunto oltre agli spaghetti soba solo del cipollotto, alga nori a pezzetti e un uovo. Veloce, semplice ed ottimo!!

Ayumu: la ragazza che cammina nei sogni


Era davvero tanto tempo che non facevo delle foto per bene con un abito bello e una sana e naturalissima post produzione. Per questa occasione sono diventata modella, se vogliamo anche testimonial, del progetto scolastico di collezione del mio migliore amico Sleeping Lulu.

Dovendo utilizzare una modella per il suo primo abito realizzato come prototipo per una collezione di moda, chi meglio di me? La taglia non era esattamente la mia, ma con un po' di ingegno e le inquadrature giuste sembra quasi perfetto.


La collezione si chiama Ayumu, nome giapponese che significa "la ragazza che cammina nei sogni". Ispirato, come è facile capire, all'immaginario di Klimt, alle atmosfere oniriche e dallo spiccato rigore delle linee e delle geometrie. E' stato emozionante indossare il suo primo abito vero, sia per me che per lui che l'ha visto prendere vita dopo tanto tempo di lavorazione e progettazione.


Le foto verranno usate per la presentazione in sede di esame, che spero bene riceva un voto altissimo perchè, a parte l'unico abito realizzato fisicamente, è un progetto davvero interessante ed ottimamente sviluppato. Sarebbe bello se un giorno diventasse vero in tutti i suoi 18 outfit.

venerdì 20 febbraio 2015

Shopping in Milan #9 - le sorprese girato l'angolo: Lucio Tomaz


Nel mio film preferito, L'Attimo Fuggente, il protagonista cita Frost e la sua frase
"Due strade trovai nel bosco ed io scelsi quella meno battuta, ed è per questo che sono diverso" 
e con questo spirito stamattina, andando verso il tram in una zona che non è una zona che frequento di solito, ho preso una traversa che di solito non faccio, e proprio lì mi sono imbattuta in questo gioiello: l'atelier, studio e spazio espositivo di Lucio Tomaz.
Ero lì davanti alla vetrina, piena di quadri interessanti e sbirciavo dentro.
"Se vuole può entrare" mi dice un signore all'interno e io un po' timidamente faccio un passetto, entro e mi lascio conquistare. Inizio a guardare tutto con aria incantata, poi chiedo:
"Ma li ha fatti lei?" il signore mi risponde di sì e io mi complimento. Gli chiedo il nome e mi risponde:
"Tomaz" in effetti, anche se all'interno del bigliettino da visita c'è nome e cognome, la sua firma è semplicemente Tomaz.


I quadri sono semplici ed essenziali nello stile ma sembrano usciti da un sogno, rappresentazioni fantastiche di realtà alternative. Colori forti, poche sfumature, dettagli interessanti e mondi alternativi. Non riuscivo a staccare gli occhi dalle immagini. Lui mi spiega che sono tutti fatti con la spatola, che è una tecnica più complessa rispetto al pennello, mi dice anche che il quadro "Sabra e Chatila" non l'ha mai nemmeno quotato per la vendita perché ci ha impiegato un anno a dipingerlo (è molto molto grosso).

E lì, in questa galleria, mi sono sentita bene, felice di aver avuto la possibilità in un giorno qualsiasi nella mia via verso l'ufficio, di conoscere un personaggio straordinario che ha fatto della sua arte la sua vita. Mi piacerebbe comprare un suo quadro, magari un giorno lo farò. Per ora mi accontento di pubblicizzarlo sul mio blog come l'evento più figo della mia settimana! 

QUI il sito ufficiale


martedì 17 febbraio 2015

The Hello Kitty Plate #61 - la zuppa del cavolo


Ho il frigo pieno di varietà di cavolo... Quindi ho ben pensato di fare una cavolo di zuppa! Prima ho lasciato insaporire l'olio con carote, cipolla e sedano poi ho spolverato con curry, zenzero in polvere e coriandolo infine ho aggiunto cavolo nero, verza e acqua. Ho lasciato sul fuoco per 45 minuti aggiungendo poco sale. 
Oltre a questo, cipolla e un pomodoro cotti qualche minuto con dei fagioli neri, insaporiti con gomasio, sempre per la squadriglia giornaliera delle proteine! 

Pensieri: Birdman, un film vero nel marasma degli action movie



Non sono una critica cinematografica e non fingerò di esserlo, anzi. Odio il cinema d'autore e faccio parte della schiera di persone che al cinema ci vanno per l'intrattenimento, gli effetti speciali, il mega-dolby-surround-Imax-mega-bassi-che-ti-ammazzano. Difficilmente esco dal mio salotto di casa per un film che non sia pura sbrodolata di lotte, ammazzamenti ed esplosioni. Eppure ieri l'ho fatto e ne sono stata davvero contenta.
Una volta il cinema era più introspettivo, regalava più emozioni, poi i film non action sono diventati, a parer mio, pallose pellicole pseudo intellettualoidi, lasciando più spazio di leggerezza ai blockbuster, che hanno conquistato il grande pubblico. E Birdman parla proprio di questo, in maniera forse un po' cinica e spietata, ma vera.
Intanto il cast è eccezionale e aver scelto Michael Keaton per la parte è davvero una ciliegina pazzesca. Birdman AKA Batman? Eh, dai, è una parte scritta apposta per lui. Poi Edward Norton in versione stronzo strafottente mi ha fatto venire voglia di rivedermi American History X, con la sua grandissima interpretazione drammatica. Ho apprezzato anche Naomi Watts ed Emma Stone, ma meno dei due protagonisti maschili.
Sono uscita dal cinema emozionata, in riflessione, contenta. Non mi succedeva da tanto tempo. Finalmente un film che non è pretenzioso né noioso, ma nemmeno il solito ammasso di scene spettacolari senza trama. Un film da rivedere, magari in inglese, per assaporare le battute originali.


Oltre ad un notevole plot e cast offre perle poetiche, come quella qui sopra, frasi da citare, come il cartello attaccato nel camerino del protagonista:
"A thing is a thing, not what is said of that thing"
(trad: una cosa è una cosa non ciò che è detto di quella cosa).

Il finale lascia spazio alla perplessità e all'interpretazione e oggi, il giorno dopo, sto ancora pensando a ciò che ho visto, al significato, alle implicazioni psicologiche dei personaggi, così vivi e reali nella loro complessità. 

Consigliato a tutti quelli che amano il cinema e vogliono tirare un sospiro di sollievo che ancora val la pena andarci. 

lunedì 16 febbraio 2015

The Hello Kitty Plate #60 - un'altra cena macrobiotica


Anche ieri sera mi sono prodigata nella produzione di un sacco di cibo diverso per creare un menù macrobiotico.
Zuppa: vellutata di zucca e patate, con aggiunta di farina di tapioca per addensare.
Proteine: tofu marinato con salsa di soia, pochissimo olio EVO, limone e rosmarino. Marinato per mezza giornata e poi passato in padella.
Carboidrati: quadretti di piadina di farina integrale. 70g di farina integrale, 30g di mix pane senza glutine, una presa di sale e 50ml di acqua. Impastato, tirato col matterello e cotto in padella qualche minuti per lato.
Verdure: mezzo pomodoro, un po' di spinaci, un po' di cavolfiore e un terzo di porro, il tutto saltato in padella con un pochino di mix quinoa e riso.
Incredibilmente, ho mangiato tutto! :)

domenica 15 febbraio 2015

Pensieri: street food e formule frettolose di cibo

Stanno nascendo come funghi, è la nuova moda del momento, lo street food. Più chic del fast food, ormai a Milano, soprattutto in zona centrale, ne nasce uno ogni giorno a quanto pare. Locali piccoli e veloci, dove mangi una cosa al volo al bancone, te la porti via, oppure, se sei fortunato, in uno dei 3 tavolini messi a disposizione. Se sei MOLTO fortunato tale tavolino sarà normale e non un trespolo con sgabello alto. Soprattutto nell'ambito del cibo sano e vegetariano la formula "mangia in fretta e non ti rilassare 5 minuti" pare la più scelta. Locali alla stregua di una rosticceria che ti scaldano le pietanze nel fornetto oppure che tengono i piatti al bancone in caldo come fosse un happy hour. Ma siamo davvero così di fretta da non poterci più permettere il lusso di sederci con calma ad un tavolo e mangiare con tranquillità? Oppure è una questione di costi? Mangiare fuori è diventato un lusso, il ristorante costa troppo e la ristorazione ha cambiato modo di porsi? Probabilmente è un mix di queste ragioni, ciò che è fuor di dubbio è che stia diventando sempre più comune non trovare un posto a sedere per mangiare, non poter organizzare una bella tavolata di amici e soprattutto non potersi rilassare mangiando.
Non ho nulla contro questo tipo di formula, il problema è l'esagerazione. Il problema è che i locali nuovi, quelli che ti fanno incuriosire, spesso sono di questo genere.
Un esempio. Domani sera andrò al cinema in zona centro, ci sono un sacco di posti nuovi e interessanti in cui vorrei provare a mangiare che offrono appunto l'opportunità di mangiare in velocità in modo da non perdere l'inizio del film. Il punto è: troverò posto? Perchè mica ho voglia di mangiare in strada, che già sono di fretta, almeno 5 minuti per carità fatemi sedere a masticare.
Invece in una città che già di suo è frenetica, ci stanno spingendo a nevrotizzare anche quel tempo che, da che mondo è mondo, va giustamente dedicato a mettersi seduti su una sedia e mangiare con calma. Masticando. Assaporando. Godendosi il momento.
Ma come molte cose, a me piace il vecchio stile, quello meno frettoloso, quello più in linea con i tempi umani e non con quelli metropolitani orientati a guadagno e profitto a tutti i costi. Sempre a discapito di una cosa: la nostra salute. Perchè mangiare di fretta, correre qui e lì con il boccone ancora in bocca fa male. La digestione è un processo che richiede tempo e calma, ma questa è l'era che la calma, come dicono pure alcune persone, ce la si concede da morti, non prima.

giovedì 12 febbraio 2015

The Hello Kitty Plate #59 - cena macrobiotica


Stasera ho bilanciato la cena in modo da farla in stile macrobiotico. Per la parte di carboidrati ho fatto andare in padella riso integrale cotto ieri con radicchio, limone e zenzero in polvere. Per la squadra dei legumi ho tostato semi di sesamo nero, poi ho aggiunto olio di sesamo e fave fresche e ho cotto per una decina di minuti scarsa. L'immancabile zuppa stasera era vellutata di patate e porro, con aggiunta di panna di soia, semi di lino dorati e una spolverata di erba cipollina. 

domenica 8 febbraio 2015

The Hello Kitty Plate #58 - veri spaghetti di riso alla cinese


Finalmente ho svelato il mistero della consistenza della salsa di soia nei piatti cinesi e di quel sapore che non riuscivo a ricreare: l'aggiunta del glutammato.
Ho comprato il glutammato nonostante dopo vari accertamenti avessi scoperto che forse fa male forse no, non si capisce bene. Tutti ne parlano male ma chi se ne frega, mi son detta, lo userò solo ogni tanto dai, io ci provo. Lo vendono in una bustina abbastanza piccola e ce ne vuole un cucchiaino scarso a ricetta. Ho cotto gli spaghetti di riso thai, i costosissimi King, e li ho aggiunti a verza, carote e cipollotto e semi di sesamo che stavano cuocendo in pentola con olio di semi. Appena messi con le verdure ho messo salsa di soia e glutammato. In pochi minuti si ė addensato tutto per bene e il sapore era proprio quello inconfondibile del cibo cinese. Era ora! Sono anni che mi chiedo come facciano! Ed era semplice scoprirlo, bastava chiedere al ristorante! :) 

The Hello Kitty Plate #57 - zuppa di latte di cocco


Stasera avevo voglia di zuppa ma invece che la solita zuppa di miso ho pensato di farla al latte di cocco. Ho fatto rosolare per una decina di minuti patate, cipolla e cavolo verza in pentola con olio di semi. Poi ho aggiunto il latte di cocco e ho lasciato ad oltranza sul fuoco mentre cucinavo altro. Quando il latte di cocco si è asciugato un po' ho aggiunto acqua e quasi a fine cottura ci ho grattugiato dentro dello zenzero fresco. Ottima.

The Hello Kitty Plate #56 - pao de queijo


Un piatto brasiliano che ho scoperto in ufficio perché lo fanno in una panetteria della zona. In pratica è un panino al formaggio, fatto con la tapioca.
Prima si scaldano in una pentola 50 ml di olio di semi e 50 di latte, nel mio caso di soia. Poi si mischia con 200 grammi di farina di tapioca (comprata al solito negozio etnico), sale e un uovo. Alla fine si aggiunge il formaggio, indicativamente 70 grammi. La ricetta che avevo trovato prevedeva il groviera ma siccome non mi piace ho messo la fontina. Si fanno piccole palline con le mani e si inforna per 15 minuti a 180 gradi. Con queste quantità vengono circa 15 panini. 
Secondo me dovevo mettere più fontina e spennellare con un tuorlo d'uovo durante la cottura ma come primo tentativo non è venuto niente male. 

sabato 7 febbraio 2015

Yelp Veg Tour milanese #1 - Capra e Cavoli



La prima tappa dello Yelp Veg Tour 2015 che sto organizzando insieme al gruppo di iscritti al social Yelp ha avuto luogo al Capra e Cavoli. Situato in via Pastrengo 18 in una zona non di passaggio dietro a Porta Garibaldi, non lo troverete mai "per caso" ma dovete saperlo e andarci, e fareste proprio una bella mossa. Devo dire che al momento forse questo è il mio vegetariano preferito. Ma andiamo con ordine.

AMBIENTE
Indubbiamente curato a livello scenografico e di arredamento, pare di mangiare in un giardino francese, con le piccole illuminazioni appese e tantissime piante. Ci sono parecchi tavoli, possibilità di prenotare, personale cortese e servizio veloce. Ineccepibile.

APERICENA
Nella scelta fra cenare e fare apericena ho deciso per quest'ultima. Il costo è di 8 euro, comprende cocktail e buffet, caldo e freddo, oppure 10 euro con anche una fetta di torta. La spiegazione dei piatti è appesa e ben visibile proprio sopra al buffet.


Ottima la scelta di segnalare cosa è vegano e cosa contiene glutine.

Sul sito del ristorante pubblicizzano molto i loro mojito speciali, in effetti li fanno a gusti molto strani fra cui zenzero, liquerizia e cocco. Non sono un'amante del mojito, più che altro perchè non mi piace la menta, ma visto che è il loro cocktail di punta sia io che i miei compagni di avventura abbiamo deciso di provarlo. Ho optato per quello al cocco, ottimo, delicatissimo ma che comunque ha dato lo stesso quella piccola ebbrezza alcolica da cocktail fatto per bene.
Ci prepariamo il nostro bel piatto colmo di ogni pietanza offerta, ma ahimè, mancava la lasagnetta perchè era finita e noi eravamo arrivati un po' troppo tardi.

Tutto davvero ottimo, soprattutto la torta salata. Ma siccome io in particolare avevo voglia della lasagnetta abbiamo chiesto se per caso ne avrebbero fatta altra. Putroppo ci siamo sentiti rispondere che stavano già preparando le pietanze per le cene e che quelle dell'apericena non sarebbero state rinnovate.


Poi però, dopo una ventina di minuti, la gentilissima cameriera ci ha portato una teglia di lasagnette! Dicendo che il cuoco aveva trovato tempo di farcene un po'. E lì, come se non fossimo già stati felici, con questa accortezza hanno guadagnato un posto nei nostri cuori, o quanto meno nel mio!

IL DOLCE
Decidiamo che assolutamente dobbiamo provare anche il dolce e chiediamo cosa c'è di disponibile. Ci rispondono che i dolci sono tutti fatti al momento e in esposizione, quindi in massa ci alziamo incuriositi e andiamo a vedere.



 
Un buffet di torte straordinario con, accanto a classiche torte margherite impreziosite da aroma di lavanda o con lo zenzero, c'erano torte più particolari tipo cocco, cioccolato e sale nero, o cacao e peperoncino. Inutile dire che abbiamo cercato di prenderle tutte un po' diverse per provarne il più possibile. Io ho preso quella con il sale nero, davvero ottima e inusuale con quel pizzico di salato. Scopriamo prima di andare via che le torte erano vegane! Sono rimasta davvero piacevolmente colpita e quasi non ci credevo perchè non sembrava davvero che avessero nulla da invidiare al gusto deciso delle torte classiche con uova, latte e burro.   

GIUDIZIO GLOBALE
Assolutamente tornerò, assolutamente proverò la cena, assolutamente lo consiglio a chiunque. Per i non vegetariani, nel menù ci sono anche un paio di piatti con carne e pesce. Non vogliamo mica essere razzisti contro gli onnivori, giusto? :)

Per chi volesse essere dei nostri e partecipare al tour... trovate tutto QUI


giovedì 5 febbraio 2015

The Hello Kitty Plate #55 - omelette al formaggio e pak choi


Era necessaria una cena veloce perché sono rientrata tardi a casa. Ho optato per una omelette, ho sbattuto due uova e ho unito un po' di farina di riso e panna di soia, ho cotto in padella e riempito con fontina e un altro formaggio morbido. Come verdure ho scelto il pak cuoi, comprato per caso al supermercato per provarlo. Per chi non lo conoscesse somiglia molto alle biete, ma è lungo la metà. Si possono tranquillamente confondere fra loro, ma il pak choi in verità è della famiglia dei cavoli, strano ma vero. Online ho letto che sarebbe meglio non bollirli ma farli in padella o addirittura mangiarli a crudo. Io ho messo del cipollato e un rametto di rosmarino in padella con olio EVO, poi ho aggiunto pak cuoi e prezzemolo (togliendo il rametto di rosmarino). Dal gusto molto delicato, ho apprezzato parecchio questo pak choi e lo prenderò di nuovo, se lo trovo. 

Pensieri: vegetariani vs onnivori

Perché?
Io me lo sono chiesta e me lo richiedo ogni volta.
Perché l'alimentazione scatena diatribe feroci che sfociano quasi in insulti quando se ne parla? Al pari di argomenti ben più seri quali religione e politica, le reazioni sono le medesime. Ho iniziato ad affrontare queste fastidiose discussioni da quando ho smesso di mangiare glutine. Perché non va bene non mangiare pane, pasta e pizza, vieni considerato un povero derelitto, una persona da compatire. Peccato che a me la pasta non piacesse eccessivamente nemmeno prima, per la pizza posso mangiare quella senza glutine che cambia poco e il pane quasi lo trovo un alimento insopportabile da sempre.

Ma oggi vorrei parlare della diatriba fra vegetariani e onnivori. Eviterò di contestualizzare la mia posizione perché non mi va di mettermi in cattedra a spiegare perché e per come io sia d'accordo con chi dice che l'alimentazione vegetariana o meglio ancora vegana sia la migliore.
Non sono vegetariana per i semplice motivo che non riesco ad integrare le proteine con i legumi a causa di problemi intestinali, ma se non fosse per quello sarei vegetariana. Non vegana solo perché adoro le uova e siccome la mia è una posizione salutista e non etica, un consumo di uova limitato lo trovo accettabile.
Detto ciò gli scontri con gli onnivori convinti sono stati sempre molteplici pur se non sono vegetariana. Ma come anche le questioni sul mangiare o meno lo zucchero, che io per esempio ho eliminato se non per i rari extra che mi concedo tipo un dolcetto una volta a settimana.
Il punto è, c'è davvero bisogno per affermare la propria posizione (io direi il proprio ego, perché di questo si tratta alla fine) di insultare il cibo vegetariano? Quante volte un vegetariano viene compatito o schernito, quante spade tratte sull'IRRINUNCIABILITA' di una grigliata ha dovuto sopportare?
Certo, alcuni vegetariani fanno esattamente lo stesso, si arrabbiano e insultano gli onnivori, ma se devo essere sincera trovo che questo atteggiamento di rifiuto per le decisioni altrui sia una questione prettamente onnivora. L'onnivoro convinto non può rinunciare alla carne, si attacca come una cozza ai vecchi concetti che la carne sia necessaria quando le PROTEINE sono necessarie e non esistono solo nella carne. Sciorinano paroloni e frasi fatte sull'osteoporosi se non mangi latte quando gli studi hanno ormai confermato che l'osteoporosi arriva proprio da un elevato consumo di latticini per tutta la vita. Ma soprattutto diventano cattivi e meschini davvero molto spesso con battutacce e una certa dose di astio.
Ma sinceramente, che cavolo ve ne frega pure se uno volesse vivere solo di aria fritta? Ma sono fatti vostri? Di norma un vegetariano non cerca di convincere nessuno a fare come lui, perché l'onnivoro invece ci prova sempre? Quale assurdo inghippo psicologico li spinge a volere che tutti si uniformino a loro? Non si dice che il mondo è bello perché è vario? A quanto pare il mondo è bello perché mangia la fiorentina, altrimenti è triste e scialbo.
Sapete qual'è la mia posizione?
VIVI E LASCIA VIVERE!!!

lunedì 2 febbraio 2015

The Hello Kitty Plate #54 - vellutata di zucca


Semplicissima vellutata di zucca. Ho messo in pentola della cipolla e fatto imbiondire con olio evo, poi ho aggiunto la zucca a pezzetti, ho cotto per un paio di minuti poi ho aggiunto un po' di brodo. Ho lasciato cuocere finché la zucca non era morbida poi ho frullato tutto con il mini pimer. Ho lasciato sul fuoco ancora una decina di minuti, aggiungendo anche panna di soia. Direttamente nel piatto ho messo il tocco finale, un po' di semi di lino dorati ed erba cipollina secca. 

The Hello Kitty Plate #53 - la pasta della domenica


Non amo la pasta e non amo sbattermi per fare piatti di pasta, quindi ripiego su cose molto semplici. Le tagliatelle sono quelle gluten free "le veneziane" al mais, molto buone. Ho fatto un semplice sugo facendo saltare la cipolla e mettendoci insieme pomodoro fresco fatto a pezzetti. Ho lasciato cuocere circa 15 minuti. Poi ho saltato la pasta con il sugo e ci ho versato dentro facendola sciogliere un po' di fontina. Poco impegno, ottimo piatto.