mercoledì 7 maggio 2014

Pensieri: generazione fotografi

Stavo leggendo un interessante articolo sul sito di i-D (se volete leggerlo è QUI) intitolato "Camera phones, sharing or oversharing?" e mi sono ritrovata a pensare che dopo la Generazione X, la Gioventù Cannibale, la Generazione Shampoo, la Generazione Y (e chissà quante altre di cui non ho alcuna conoscenza) se ancora non l'hanno "battezzata" qualche dottorone/psicologo/luminare/scrittoreserioepubblicato dovrebbe coniare (sempre che già non sia stato fatto) la Generazione Fotografi.

Partiamo dall'inizio.
Ho seri problemi di memoria, me ne sono accorta già da piccola, se non tengo traccia della mia vita sono arrivata alla conclusione che, esclusi momenti davvero eclatanti o che per qualche oscura ragione mi rimangono impressi, ciò che non è quotidiano e quindi radicato nella mia memoria a breve termine, nel giro di due anni viene cancellato. Ecco perchè a 13 anni ho iniziato a fare fotografie per documentare la mia vita e non dimenticarla. Ho una parte del mio mobile in sala pieno di fotografie stampate, vecchia maniera. Avevo una carinissima compatta rossa con cui testimoniavo un po' tutto. Così è nata la mia passione per le fotografie. In tutti gli anni fra quei primi scatti e l'arrivo della fotografia digitale MAI avrei pensato che un giorno ogni briciola delle vite di TUTTI sarebbe stata testimoniata, immortalata, condivisa, caricata su un server mondiale a tempo indeterminato. Che quello che per me è stato l'unico modo per ricordarmi di me un giorno sarebbe diventato oggetto globale di pettegolezzo, giudizio, like, vanto, vergogna.

Ero felice quando sono usciti sul mercato i cellulari con la macchina fotografica e all'inizio (PENSATE) la gente mi prendeva quasi per il culo perchè finalmente avevo occasione comodissima per fotografare tutto e dovunque. Perché anche se ho sempre fatto un sacco di scatti, non giravo con una macchina fotografica costantemente in borsa… ma avendola nel cellulare era la mia nuova compagna quotidiana.

Poi è nata la Generazione Fotografi. Adesso tutti siamo fotografi, tutti documentiamo le nostre vite ma soprattutto le condividiamo. E questo, ad un certo punto, mi è diventato motivo di domande: perché? Cosa ci spinge continuamente a mettere noi stessi online per farci vedere da tutti? Non è forse questo atteggiamento una specie di droga? Perché non riesco a fare a meno, quando cucino qualcosa di buono, a metterlo su instagram?

LA GLOBALIZZAZIONE DIGITALE MI HA TOLTO IL GUSTO DELL'AMORE PER I CAZZI MIEI PER ME STESSA.

Quante volte ho avuto la sensazione che se non sei un'entità digitale non sei nemmeno più un'entità reale? Eppure io combatto ogni giorno contro la voglia di cliccare un like, o di condividere un link, o di spammare ogni pensiero su twitter, perché la Generazione Fotografi (e internet) ha creato un mostro dentro di noi. Nulla ha più molto significato se non viene visto dalla rete più corposa di contatti che una persona riesce a creare. E a me tutto questo non piace più.

Per questo ho ridotto al minimo il mio utilizzo dei social, per questo scrivo sul blog solo quando penso di avere qualcosa di davvero costruttivo da dire. Mi chiedo spesso se prima o poi ci sarà un'inversione di tendenza… se internet prima o poi collasserà… e penso che tutto sommato mi piacerebbe vedere quel giorno.