lunedì 28 dicembre 2015

Pensieri: la bella vita dei chitarristi di oggi



Babbo Natale (aka il mio babbo) mi ha regalato la chitarra... di Hello Kitty! Ed ecco che in casa è arrivato il pezzo più figo della mia collezione kittesca. Ovviamente questo mi porta a riprendere in mano le vecchie passioni di strimpellatrice e mi sono rimessa a suonare dopo soli 14 anni di inattività. Ma suonare è (quasi) come andare in bicicletta, non te lo dimentichi mai completamente. Un po' di rispolvero e ci si ritrova.
Ovviamente non ricordo gli accordi delle canzoni che suonavo una volta per cui mi sono messa a cercare tablature e accordi e mi sono resa conto di come internet faciliti la vita di chi suona. Non avendo vissuto il passaggio, chiamiamolo così, da analogico a digitale, mi sono ritrovata da "mettiti lì con le cuffie, spera di riuscire a capire gli accordi e scrivili su un foglio" a "scarica e stampa tutto già fatto". E se proprio voglio strafare, ci sono pure i tutorial su youtube.
Ah, che comoda la vita dei chitarristi oggi. Se ripenso a tutto il tempo che ho passato a tirarmi giù le cose ad orecchio, testi compresi. Ieri mi sono sentita quasi come se fossi andata in coma e mi fossi svegliata dopo un decennio. Per esempio mi sono chiesta: "ma adesso se uno cerca un componente per il suo gruppo? Mica ci saranno ancora gli annunci in sala prove". Infatti oggi ci sono siti apposta di annunci per musicisti.
A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita di adolescentese se fossi nata nel 2000. Tutto sommato credo che nel cambio non mi sarebbe piaciuta di più, semmai il contrario. Non penso amerei vedere le pagine facebook dei ragazzi per cui avevo una cotta, magari vederli mandare commenti ad altre ragazze e non avere il coraggio di chiedergli l'amicizia o chiedergliela e vedere che non viene considerata mi viene l'ansia solo a pensarci, per carità.
Ma non divaghiamo perchè invece sul fattore musicista qui è tutto un mondo di facilità e soddisfazioni. Se penso che 10 anni fa avrei impiegato una giornata solo a capire gli accordi di Losing my religion e ieri in mezz'ora la stavo già allegramente suonando... bè... in questo caso un sentito ringraziamento alla tecnologia! Next to come: Wonderwall degli Oasis!

martedì 8 dicembre 2015

The Hello Kitty Plate #109 - la zucchinata e la zuppa


Con grande gioia stasera, dopo anni di rinuncia al glutine e alle torte salate, ho ridato vita ad una delle mie vecchie ricette di punta da me inventata: la zucchinata. Una volta la facevo con la pasta sfoglia (già pronta, ma ero matta?) mentre ora, post consapevolezza alimentare, ho fatto io una variante della pasta brisee. Ho mischiato 150 grammi di farina di farro con 50 di farina integrale, 70 ml di olio di semi di girasole e 50 ml di acqua. Un pizzico di sale e di bicarbonato e poi ho lasciato riposare in frigo 15 minuti circa. Nel frattempo ho preparato il resto: ho grattugiato due zucchine, poi ho tolto l'acqua in eccesso strizzandole con carta da cucina, ho aggiunto 120 grammi di fontina grattugiata, un uovo e un po' di semi vari (girasole, lino, zucca). Ho steso la pasta nella teglia e versato sopra il composto: ho cotto in forno per 40 minuti. 
Durante la cottura ho fatto andare con poca acqua cipolle, carote, verze e paprika, poi ho aggiunto solo per scaldare alla fine del tofu e del riso già cotto che avevo in frigo. Una cena super ricca!

domenica 29 novembre 2015

The Hello Kitty Plate #108 - colazione della domenica


Quando alle 15 hai in previsione di fare yoga la cosa migliore è fare un'abbondante tarda colazione! Ok, forse non è la cosa migliore, ma è andata così! Per cui mi son fatta i pancakes. Ho variato un pochino la solita ricetta perché non avevo abbastanza farina di riso quindi stavolta ho usato 1 uovo, 120 ml di latte di riso, 50 grammi di farina di riso, 50 grammi di farina di farro e 20 di farina di grano tenero tipo 2. Un pizzico di sale e un pizzico di bicarbonato. Dopo la cottura ho guarnito con crema di cioccolato fondente bio, cocco e budino di chia (variante con fiocchi d'avena e latte di riso e mandorla). Il tutto accompagnato da un bel caramel macchiato casalingo (alla faccia di starbucks che ancora non apre a Milano) in tazza ufficiale degli studios di Harry Potter! 

sabato 28 novembre 2015

The Hello Kitty Plate #107 - zuppa della sera


Dopo un pomeriggio dedicato ad una lunga merenda avevo voglia di una cena sana e leggera e ho pensato ad una zuppa. Ho fatto rosolare qualche minuto olio con del sedano, semi di lino, scalogno e poi ho aggiunto acqua. Ho messo poi cavolo nero e verza e un terzo di dado vegetale. Poi ho aggiunto del farro spezzato integrale e ho lasciato cuocere 15 minuti. A fine cottura ho aggiunto un po' di miso per insaporire. Ottima.

mercoledì 25 novembre 2015

The Hello Kitty Plate #106 - budino di chia nuovo tentativo


Decisamente meglio le prove che ho fatto con il latte di riso. Le quantità perfette che ho trovato sono: 2 cucchiai pieni di chia e una tazzina e mezzo da caffè di latte di riso. La consistenza finale è bella densa proprio come un budino. Oggi ho aggiunto fiocchi d'avena (già ieri sera in modo da lasciarli a bagno con i semi), sciroppo di riso (un cucchiaino) e farina di cocco. Domani proverò... Con più avena e IL MATCHA! 

domenica 22 novembre 2015

The Hello Kitty Plate #106 - i famosi gnocchi senza glutine alla Romanoff


Mi è stato fatto notare tempo fa che nel blog mancava una delle mie ricette di punta: gli gnocchi senza glutine! Quando ho iniziato a mangiare gluten free una cosa che proprio volevo riuscire a fare erano gli gnocchi. Ho provato molte ricette ma nessuna era soddisfacente poi ho provato ad usare... LA FARINA DI RISO GLUTINOSO! Nonostante il nome, questa farina non ha glutine, è solo più agglomerante di quella normale. La usano in Giappone per fare dolci tipo i daifuku, infatti l'avevo comprata proprio per quello! E con mia sorpresa di tutti gli altri utilizzi in cucina che ho provato a farne questo è l'unico davvero convincente. Per due porzioni ho usato 3 patate, un uovo e farina quanto basta per rendere l'impasto della consistenza giusta. Cottura classica in acqua bollente. Provateli. Sono una bomba! Leggerissimi! Come condimento ho scaldato spinaci e tofu silken (clearspring) con un po' di ghee. 

venerdì 20 novembre 2015

The Hello Kitty Plate #105 - budino di semi di chia


Ammetto che la foto non invoglia molto a mangiare questa che ho definito "la sbobba di stamattina". Anche chiamarla sbobba non è gentile, ma sappiate che non è niente male, anche se ha bisogno di qualche sistematina, era il primo tentativo. Ho unito ieri sera 15 grammi di semi di chia a 100 ml di latte di soia e ho lasciato a bagno in frigo tutta la notte. I semi con il liquido si espandono e assorbono e creano una sostanza un po' semi solida e gelatinosa, appunto come una specie di budino. Non sa di niente! Ma è molto nutriente, ragion per cui con i dovuti miglioramenti non è male mangiarlo. Ecco perché ho aggiunto stamattina della vaniglia e dei semi misti (anarcardi, zucca, nocciole e girasole). Appunti: il latte di soia e un po' pesantino, in verità la ricetta più classica prevede il latte di mandorle ma io non lo digerisco benissimo quindi proverò il latte di riso. Anche la quantità non era proprio giusta, secondo me 90 ml sono sufficienti per avere la consistenza perfetta. Anche aggiungere della frutta non sarebbe una brutta idea, in ogni caso le varianti sono moltissime e proverò finché non scoverò il mix perfetto!

giovedì 12 novembre 2015

The Hello Kitty Plate #104 - zuppa di funghi e porri e crespelle di grano saraceno


Il bello di tornare a casa subito dopo il lavoro è che posso cucinare i miei piattini con cura e mangiare anche ad orario umano. 
Stasera mi sono inventata una zuppa: ho messo nella pentola olio d'oliva, semi di lino, porro e sedano e ho lasciato rosolare per un po'. Poi ho aggiunto acqua e un po' di dado vegetale. Dopo una ventina di minuti ho aggiunto un po' di funghi trifolati (da una lattina... E nemmeno bio... Ahi ahi), del mais e un po' di farina per addensare. Risultato? Strepitoso!!
Poi ho fatto le crespelle: ho rosolato con il ghee una carota e una zucchina mentre l'impasto riposava. Per l'impasto ho usato un bicchiere di farina di grano saraceno di cui solo una piccola parte era farina normale e mezzo bicchiere d'acqua (più un pizzico di bicarbonato). Ho messo l'impasto in padella e ho fatto le crespelle, riempite con le verdure cotte prima, pomodorini e mozzarisella fumè (incredibilmente trovata al Carrefour). Ammetto che la prossima volta metterò anche l'uovo perché non sono soddisfatta della consistenza finale della crespella.

lunedì 9 novembre 2015

Pensieri: Yoga Festival, Yogabeats e David Sye


Sono banale nei miei commenti, lo ammetto. Anche stavolta, come spesso accade nelle esperienze che faccio, la conclusione è sempre la stessa: è stata una giornata veramente strepitosa!
Stupiti che io provi questo entusiasmo per le cose che faccio? Una volta in effetti sarei stata stupita anche io nel sapere che un giorno questo sarebbe stato l'approccio alla mia vita, ma non divaghiamo.

Sono reduce da un'esperienza meravigliosa, anzi due: aver fatto la volontaria per aiutare allo Yoga Festival di Milano e il seminario di David Sye.
L'anno scorso mi era balenato in mente di dare la mia disponibilità per aiutare durante il festival, poi, per lo più per pigrizia, non l'ho fatto. Quest'anno, dopo mille tentennamenti fra me e il mio ego che blaterava "rimani nella tua zona di comfort per carità" ho deciso di farlo. E sono stata felicissima.
Lo Yoga Festival è uno degli happening milanesi che aspetto ogni anno con ansia, lo adoro, non solo perchè mi permette di conoscere nuove scuole e nuovi stili di yoga, ma anche per l'aria che si respira passeggiando per gli stand, i sorrisi delle persone, il mood che ti trasmette. Pensare in qualche modo di poterne far parte, anche solo per un turno di sei ore, era un pensiero elettrizzante. Il mio compito di volontaria era addetta alla sala Mandala, una delle due sale che propone classi gratuite. E così, dopo un esordio fantozziano che mi ha portata ad arrivare in lieve ritardo causa gomma della bicicletta a terra, mi sono appostata davanti alla sala e ho accolto gli insegnanti, sistemato i microfoni (con somma gioia dei fonici che quando passavano da me trovavano tutto sotto controllo), aiutato le persone che chiedevano informazioni, controllato che tutto fosse in ordine. E' stato stupendo lavorare per una volta per qualcosa di utile e bello, sorridere agli sconosciuti, osservare realtà che non mi appartengono, essere al servizio di chi fa questo mestiere meraviglioso che è insegnare yoga.
Certo, per me che sono abituata a stare seduta tutto il giorno in ufficio, stare in piedi più di sei ore filate è stato un po' provante, tant'è che la prima cosa che ho fatto una volta finito il turno è stata sedermi a casaccio da qualche parte e mangiare una barretta di frutta secca, essendo a stomaco vuoto dalle 9 del mattino.
Purtroppo un vero pasto non lo potevo fare perchè un paio d'ore scarse dopo avevo il seminario di David Sye.


Ho scelto di fare questo seminario perchè avevo letto del suo approccio anti convenzionale su Yoga Journal ed ero molto curiosa. Quando l'ho visto sono rimasta un po' stranita, di certo non ci si immagina che un tizio tutto super tatuato dalla testa ai piedi possa essere un insegnante di yoga. E poi ammetto che me lo immaginavo molto più alto. 
La sala era abbastanza piena e io ero molto curiosa. Traduttrice di David niente meno che Elena De Martin, accompagnata da un carinissimo barboncino nero.


Non ci sono parole adeguate per descrivere l'esperienza con David Sye, perchè, come anche scrive sul suo sito ufficiale (link QUI), l'unica cosa per capire è provare a farlo!
Il suo yoga, battezzato Yogabeats, vuole rompere le barriere della serietà portando chi lo pratica a giocare, sperimentare, ridere, uscire dalla propria zona di comfort. La lezione prevede ampio ausilio della musica, ma non la solita musica indiana o new age, bensì canzoni rock, jazz, ritmo e volume alto. Utilizza tecniche di respirazione e movimento e ti spinge a lasciar andare l'autocritica, l'ego, la paura.
"Fate questa asana e cadete a terra...? Who cares! Laugh and try again!"
Non mi sono mai divertita così tanto facendo yoga. Mi sono sentita libera, felice, accompagnata verso una nuova prospettiva di atteggiamento.
Inutile dire che come prima cosa... mi sono iscritta alla newsletter ufficiale di David. E ho deciso che un giorno andrò a Londra, o in qualsiasi altro luogo, a fare un'altra classe con lui. E un giorno anche un seminario.
Ma la cosa più importante che ho imparato, anche se credo lo abbia detto già Patanjali, oppure Buddha:

NON ESISTE NESSUN GURU, SEI TU STESSO IL TUO GURU.

Ma una cosa cosa è leggere una frase e un'altra è "sentirla" con il cuore, leggerla sulle labbra di una persona straordinaria come David Sye, assimilare il concetto mentre lo applichi nella tua pratica yoga.

Grazie David, mi hai donato qualcosa di meraviglioso.

Grazie Yoga Festival per la magnifica opportunità.

Grazie a me, per aver superato il difficile step di pigrizia che mi ha portata fin qui.

Namastè... everyone... namastè!

domenica 8 novembre 2015

The Hello Kitty Plate #103 - quiche di zucca e tofu


Ho trovato la ricetta online ma ho fatto un paio di varianti... 
La pasta brisee: 200 grammi di farina (la mia bio di grano tenero tipo 2), 70 ml di olio evo e 50 ml di acqua. Nella ricetta originale c'era anche un cucchiaio di lievito che io non ho messo. Ho lasciato riposare 30 minuti in frigo.
Per il ripieno: ho frullato zucca precedentemente cotta con tofu, mezza patata bollita, semi di lino, qualche mandorla, sale e farina di riso qb per addensare. Ho infornato a 180 gradi per 45 minuti. A fine cottura ho aggiunto un po' di mozzarella. 
Molto buona con una piccola riserva sulla brisee che forse era un po' pesante con olio evo, sperimenterò dosi diverse o olio di semi. 

giovedì 22 ottobre 2015

The Hello Kitty Plate #101 - frittelle di mais gluten free


Credo di aver già postato le frittelle di mais sul blog, ma questa sera le ho fatte con una variante. Ho mischiato farina di grano saraceno e farina di riso, ho aggiunto un po' di acqua fino a far diventare il composto liquido ma non troppo, ho messo un po' di gomasio a le alghe e sale, poi ho aggiunto il mais. Ho lasciato riposare l'impasto per una mezz'oretta prima di metterlo in padella a friggere con abbondante olio di semi. Oltre alle frittelle nel piatto delle banalissime zucchine alla paprika.

lunedì 19 ottobre 2015

Milano: take away art italy ovvero: come scoprire nuove iniziative interessanti in un pomeriggio di cazzeggio in giro per la città


In un sabato di mille impegni e giri per la città può tranquillamente capitare, anzi a me capita spesso, di scovare qualcosa di molto interessante assolutamente per caso. Due giorni fa è successo proprio questo. Sono passata davanti all'Italian Makers Village, un temporary spot in via Tortona che promuove l'eccellenza italiana artigianale per il periodo di Expo. Proprio accanto all'ingresso hanno allestito questa piccola mostra che mi ha subito incuriosita. Organizzata da il Ponte degli Artisti questa collettiva di artisti di strada propone un'iniziativa davvero interessante: la Take Away Art, un format interessante ed innovativo.
Prendi un centinaio di artisti e raggruppa circa quattrocento opere create apposta in formato standard quadrato 30x30. Mettile in esposizione nei locali e nei ristoranti e crea un packaging di cartone uguale ad una scatola di pizza. Prezzali tutti uguali e mettili in vendita. Questo è Take Away Art, un fast food dell'arte, un modo alternativo per raggiungere il pubblico, unendo pittura e ristorazione. Fra un primo ed un antipasto non vuoi accaparrarti un pezzo d'arte unico? Perchè no! In una Milano frenetica che lascia poco tempo allo svago ben vengano iniziative artistiche in contesti alternativi. Ho trovato quest'idea decisamente geniale e mi piacerebbe vederla prendere piede in giro per la città.


Nella collettiva di IMV sono presenti anche opere che vanno oltre a questa iniziativa, su tutte ho trovato splendido questo oggetto di design, una poltrona a forma della famosa lingua dei Rolling Stones, non riuscivo a smettere di guardarla.



martedì 13 ottobre 2015

The Hello Kitty Plate #100!!!!


Siamo arrivati a 100 ricette!!! Chi l'avrebbe detto! E brava la Romanoff che si è impegnata a divulgare ricette easy per ogni giorno, vegan e gluten free o quasi! Peccato che il mio blog... Sia seguito solo da Pekejewels (o quasi). Quindi Peke cara... Gioiamo della ricetta di oggi! Pasta di Hello Kitty (mi sembrava doverosa per la ricetta #100) con panna di soia e mozzarisella con accanto la nuova mania 2015: focaccia al carbone! 
Dopo la mania dei dolci col matcha, che rimane invariata ma difficilmente soddisfatta, oggi ho deciso di darmi alla ricerca di prodotti da forno al carbone. A parte che lo trovo così belli, tutti neri... Ma ho scoperto che il carbone alleggerisce un sacco il processo digestivo e chi lo sa, magari riuscirò a non pentirmi ogni volta che mi concedo una focaccia o una brioche? Per mia fortuna con le brioche vegane adesso digerisco meglio ma per il pane e il salato non c'era scampo. Ma con il carbone, tutto cambierà. O quasi :)
La focaccia in questione è stata acquistata al panettiere Silini in via Faruffini a Milano. 
La pasta invece l'ho solamente saltata con la panna e la mozzarisella per vedere che effetto faceva se sciolta sui carboidrati. Come pensavo fa una specie di cremina che poco ha a che vedere con la consistenza del formaggio fuso ma che comunque a gusto non è male. Ho guarnito con fiocchi di alga nori.

venerdì 9 ottobre 2015

Yelp Veg Tour milanese - tiriamo un po' le somme

Questo mese ci sarà l'ottava tappa del mio Yelp Veg Tour milanese e direi che è giunta l'ora di tirare un pochino le somme. Avrei voluto fare un post per ogni tappa qui sul blog ma un po' per mancanza di tempo, un po' perchè i locali non mi hanno entusiasmata a dovere, alla fine ho solo fatto le recensioni su Yelp. Ero partita con tanto entusiasmo e con una bella lista sul mio quaderno Yelpico (per stare in tema) ho iniziato a progettare il tour. Alla tappa numero 8 le ipotesi per ulteriori tappe iniziano a scarseggiare. Volete sapere perchè?
E' sicuramente vero che nell'ultimo anno la tendenza verso il vegetarianismo ha subìto un'impennata, altrettanto non posso dire dell'offerta culinaria, che comunque ristagna ancora.
C'è comunque da evidenziare delle distinzioni. Ho individuato tre tipologie di locali veg milanesi:

1 il ristorante vegano/vegetariano normale
2 il bistrot/fast food/gastronomia
3 il ristorante fighetto

a queste aggiungo anche un fuori categoria:

4 l'ibrido veg oriented

Quella che dovrebbe avere l'impennata a mio avviso dovrebbe essere la prima, un ristorante normalissimo che nel menù abbia solamente opzioni vegetariane e vegane, senza spaziare nella nouvelle cousine o nell'ultra ricercato e super dispendioso. Stiamo comunque parlando di materie prime che, se pur di qualità, sono verdure e carboidrati, non carne e pesce. Per me la categoria numero 3 rasenta l'assurdità. Senza stare a fare nomi specifici, il tour oppure me in solitaria come tester, ha dovuto sborsare fior di soldi per piatti pseudo ricercati, in quantità ridotte e in alcuni casi ridicole. Se già per quanto mi riguarda un ristorante super costoso ha poco senso, ne ha ancora meno per un'opzione vegana e vegetariana.

Con tanto scoraggiamento invece ho visto proliferare la fascia 2. Se da un lato può farmi contenta vedere che ci si orienta verso il vegano, meno contenta sono di mangiare in posti che sono frettolosi alla stregua di un fast food, poco accoglienti come una gastronimia di quartiere, piccoli e con pochi tavoli, inadatti ad un gruppo di persone che vogliono cenare in compagnia. Mi sono trovata quindi a eliminare dalla mia lista molti posti dopo aver capito che non ci sarebbe potenzialmente stato modo di organizzare una vera uscita per dieci persone.

L'ibrido veg oriented è la categoria che accontenta tutti, propone ottime opzioni veg ma anche carne e pesce per chi preferisce accorstarsi a questo tipo di alimentazione con più calma e in maniera meno traumatica.

Per tutte le categorie a malincuore però dico che Milano non offre ancora molto.

In compenso c'è stata un'apertura esponenziale di hamburgerie, il che mi rattrista ancora di più.

Ed ecco per ora, a detta di tutti i veg touristi, i migliori posti provati:

Sana Gola

La Colubrina

Capra e Cavoli (versione apericena o brunch, versione ristorante non testata)

giovedì 8 ottobre 2015

Pensieri: una volta la vita pareva senza limiti

Stamattina stavo riflettendo, mentre andavo in ufficio a piedi ascoltando la musica, a quanta differenza c'è fra l'atteggiamento verso la vita che avevo a 18 anni e quello che ho oggi. Quando sei adolescente e sei al liceo, sai che una fase della vita, quella dello studio, finirà e che qualcosa, volente o nolente, di diverso ti attende. Non c'è staticità, non puoi rimanere fermo a scuola per sempre, prima o poi da qualche parte devi andare. Allora inizi a riflettere, a pensare a cosa vorresti diventare, a cercare la tua strada. Ed anche se magari lì per lì sbagli, hai sempre tempo di cambiare idea, di rifare tutto da capo. La vita è un universo di possibilità. Perchè una volta adulti non è più così? O quanto meno, perchè si ha la sensazione che non sia più così? Perchè ad un certo punto uno arriva, si adagia in un uffcio e pensa che quello è il suo posto e che niente cambierà mai, nemmeno volendolo?
Questo succede perchè qualsiasi percorso uno scelga ha insito in sè la preparazione, l'impegno, lo studio, e una volta che stai lavorando otto ore al giorno, il resto lo dedichi alla sopravvivenza, la spesa, sfamarti, fare esercizio fisico (e questo non lo fanno nemmeno tutti), il tempo che rimane è davvero poco e prezioso ed è difficile scegliere di incanalarlo in qualcosa. Uno deve essere sicuro di volerlo e di sacrificarsi per ottenere dei risultati.
Per esempio, se io volessi prendere una laurea? Dovrei studiare di notte. Fattibile? Sì. Poco probabile? Anche.
Ovviamente per un giovane il punto focale della possibilità di scegliere una strada è il fattore "abitare con i genitori" ed avere quindi tutta una serie di benefit di tempo e soldi da non doversi guadagnare. Fin qui tutto bene, il discorso fila, è ovvio che siano situazioni molto diverse, ma questo è solo un aspetto della faccenda.
Quello che mi sono chiesta io è: perchè è così difficile veder possibile un futuro diverso?
Se parto dal presupposto che tutto cambia e tutto finisce, perchè più uno va avanti negli anni e più tende a credere che la sua realtà sia talmente statica da non poterla cambiare nemmeno volendo?

Non abbiamo forse tutti una possibilità di scelta? Non è forse vero che nella vita può accadere qualsiasi cosa da un momento all'altro che sconvolge ogni equilibrio?

Perchè allora ci sentiamo sempre più imprigionati in situazioni che sappiamo non ci appartengono più?
Perchè anche quando scegliamo un'altra strada, a 18 anni abbiamo fiducia che quella SARA' la nostra strada, a 38 invece ci caghiamo addosso e ci facciamo seimila problematiche?
La nostra mente tende ad aggrapparsi a qualsiasi cosa, purchè "sembri" stabile e non presupponga alcuno sconvolgimento, perfino quando invece vorremmo che tutto fosse diverso.

La paura.

Ecco cosa ci frega.

Perchè una volta non avevo paura? Perchè una volta il punto di fine di una situazione era una liberazione e non un terrore?
Perchè la fine della scuola metteva allegria ed essere licenziati crea ansia?
E' davvero solo una questione di "soldi" e sicurezza?

Io non penso. Penso che la mente tenda ad essere sempre più granitica con il passare del tempo e non importa se stai vivendo una vita di merda, quella è la vita che conosci e di cui non hai paura, e allora anche quando vorresti cambiare ti senti ingabbiato anche se non lo sei. Se decidi di uscire dalla gabbia ti scontri con la paura.

Io voglio smettere di avere paura.

Io voglio ritrovare la me stessa che pensava che una volta messe le lenti a contatto sarebbe diventata bella, che una volta finito il corso di grafica avrebbe avuto un lavoro che le sarebbe piaciuto, quella che si è fidanzata e ha pensato che avrebbe avuto una famiglia. Voglio ritrovare il coraggio, il menefreghismo delle conseguenze, l'impeto e la passione.

Sono stanca di lasciarmi appassire. Sono stanca di lasciarmi trasportare dei giorni uno uguale all'altro.

Per citare un grande gruppo (che è per me... Marilyn Manson! Ahahah, no che sono le Huggy Bear):
"This is the sound of the revolution"!

domenica 4 ottobre 2015

The Hello Kitty Plate #99 - ravioli fatti a mano, vegetariani, con zucca e tofu


Come non approfittare della domenica per fare un bel piatto di ravioli fatti in casa. Per l'impasto ho usato, per una porzione singola, 1 uovo, 70 grammi di farina tipo 2, 20 grammi di farina integrale e 10 di farina di sorgo è una spolverata di insaporitore alle alghe. Per il ripieno ho frullato mezzo panetto di tofu e della zucca che avevo cotto il giorno precedente, in padella con semi di senape e cipolla. Molto banalmente per condire butto biologico fuso con salvia. 

lunedì 21 settembre 2015

Pensieri: i rumori di fondo


Oggi vorrei parlare di un oggetto casalingo che mi auspico nei prossimi anni venga utilizzato in modo molto diverso da come viene fatto oggi da tante persone: la televisione.
La generazione precedente alla mia, quella degli odierni 50/60enni, ha avuto la sfortuna di crescere nel momento di passaggio fra la radio e la televisione e purtroppo hanno passato un brutto vizio ad alcuni (sfortunati) della mia generazione. Chi ha vissuto il passaggio fra il niente e il boom della TV ha adottato questo brutto "modus operandi" della vita familiare di accendere la televisione come unico mezzo di informazione o di intrattenimento. Una volta esistevano solo i programmi contenitore, il carosello, i presentatori che balteravano stupidaggini, le starlette mezze nude che ballavano. La generazione precedente è passata dalla noia casalinga alla meraviglia dello scatolotto e si è praticamente ubriacata di robaccia. Finchè non è diventata un'abitudine entrare in casa e accendere la televisione, non importa perchè o cosa stia trasmettendo, lei finalmente ha evitato a tutti di parlare, dialogare, confrontarsi o, meglio ancora, di ascoltare il silenzio e se stessi.
Con l'andare degli anni per fortuna hanno iniziato a trasmettere film, serie tv, musica, programmi di spessore un po' più ampio e quello che mi auguro è che prima o poi programmi cretini e per mentecatti che si lobotomizzano guardando stupidaggini possano smettere di essere trasmessi. Per fortuna un minimo di cambiamento già sta avvenendo e il panorama delle serie TV, per esempio, è arrivato ad una qualità spesso superiore in trama, effetti e regia addirittura ai film.
Ma non è tanto di questo di cui volevo parlare quanto della tristezza che mi fanno le persone della mia generazione che, assorbendo gli strascichi della meraviglia della novità della generazione precedente, si sono lasciati influenzare a questa abitudine di accendere la TV appena entrati in casa, senza nemmeno guardarla o peggio ancora si mettono sul divano e fanno zapping. Al di là dell'imprinting genitoriale io credo che il problema di queste persone sia duplice: da un lato la mancanza di interessi di qualsiasi tipo, che porta quindi a passare il tempo guardando roba a caso, dall'altro un problema più profondo, quello di non tollerare il silenzio e soprattutto i propri pensieri.

Ho scoperto con rammarico negli ultimi anni che tante persone hanno serie difficoltà a stare da sole e ad ascoltarsi. Sarà che io sono abituata a farlo da anni, sarà perchè essendo single volente o nolente se non ho nessuno con cui parlare per forza mi sono abituata a me stessa, sarà perchè per me è fondamentale avere contatto con la mia interiorità. Quindi io non ho bisogno di riempire di baccano o di rumore di fondo una stanza così non devo fare i conti con me stessa. Trovo molto triste che ci siano persone che invece hanno questa necessità. Triste perchè loro non comprendono l'importanza di affrontare certe problematiche interiori piuttosto che tamponarle con facili soluzioni. Non è forse ciò che abbiamo dentro l'unica cosa importante in questa vita? Non siamo forse noi stessi l'unica persona che starà con noi fino all'ultimo respiro? Davvero vogliamo sovrastare la nostra voce interiore con un chiacchiericcio di presentatori e pubblicità?

Certo, fare i conti con se stessi non sempre è semplice. Nell'ambito yoga la mente a volte è chiamata "monkey mind", la mente scimmia: insoddisfatta, salta qui e lì senza senso, confusionaria, in preda a giudizi, autocritica, spietata. Anche la mia mente è così, o per meglio dire era così. Adesso ho imparato a domarla, a creare silenzio nella testa, a non dar retta alla scimmia, che comunque a volte fa capolino, non mi risulta di essere ancora "illuminata" :). Ma quando si arriva a questo punto, quando la scimmia tace spesso, il silenzio non fa più paura e non c'è più bisogno di riempirlo.

Quindi provate a pensarci, perchè accendete la televisione se non la guardate? Se la risposta è per non stare con voi stessi fatevi delle domande e mi auspico, oltre alle risposte, che cerchiate delle soluzioni.

domenica 20 settembre 2015

The Hello Kitty Plate #98 - polpette di miglio


Avevo in casa del pane secco, cosa che non accade mai, e ho pensato di usarlo per fare delle polpette. L'ho fatto a pezzetti e ammorbidito con latte di soia poi ho aggiunto miglio già cotto, una patata schiacciata, fiocchi d'avena, semi di lino (precedentemente lasciati in poca acqua per fare da collante), sale qb, semi di zucca e poca farina di riso. Ho cotto in padella con poco poco burro. Una buona combinazione! Nel piatto anche melanzane e catalogna al vapore.

mercoledì 16 settembre 2015

The Hello Kitty Plate #97 - goulash vegano con bocconcini di soia


Avevo proprio voglia di provare a cimentarmi nel goulash versione vegan! Visto che la ricetta non è difficile mi ci sono messa.
Prima ho fatto rinvenire i bocconcini di soia nel brodo vegetale poi ho rosolato per bene un terzo di cipolla in padella con olio. Ho aggiunto la soia e un cucchiaino abbondante di paprika (come da suggerimenti online la paprika va messa togliendo la padella dal fuoco se no rischia di bruciacchiarsi e diventare amara). Poi dopo qualche minuto solo per far prendere il sapore alla soia ho aggiunto il brodo avanzato, una patata e una carota e ho lasciato cuocere a fuoco vivo per 15/20 minuti. Il brodo si è asciugato per bene, preferisco così piuttosto che la versione zupposa. Per l'occasione ho comprato addirittura del pane arabo per fare scarpetta. Sarebbe stato bello fare il pane al vapore tipico che usano all'est ma non avevo tempo e voglia! Ma è venuto tutto ottimo anche così!

lunedì 14 settembre 2015

The Hello Kitty Plate #96 - polpette con grano saraceno


Per errore ho cotto troppo il grano saraceno, che è diventato praticamente pappetta. Quale modo migliore di usarlo se non per fare delle polpette? Ho mischiato con il grano saraceno un po' di granulare di soia, semi di zucca, poca farina di sorgo, un po' di farina di riso e un uovo. Poi ho messo in padella con un po' di burro bio. Ottima mossa, son venute buone. Accanto un piccolo rosti di patate con sopra del sale aromatizzato alle erbe provenzali (comprato da zodio).

domenica 13 settembre 2015

The Hello Kitty Plate #95 - involtini leggeri con verdure crude

Per una cena leggera ed estiva, anche se andiamo verso l'autunno, ho fatto gli involtini come li ho provati al ristorante vietnamita. Ho usato i fogli di carta di riso, si trovano in quasi tutti i negozi di cibo etnico, li ho bagnati appena appena con acqua per ammorbidirli e ho foderato con una foglia di insalata iceberg (gentilmente offerta dall'orto del papà del mio amico Mirko, più bio di così!) poi ho messo dentro avocado, pomodoro e cetriolo e li ho chiusi. Li ho mangiati pucciandoli nella salsa di soia. Davvero ottimi e leggeri! Ci sono infinite possibilità per riempirli, la prossima volta al posto della lattuga voglio provare l'alga nori! E magari anche del riso, un temaki alternativo! 

martedì 8 settembre 2015

The Hello Kitty Plate #94 - omelette ripiena e verdure


Non avevo voglia di impegnarmi troppo nella cena e mi sono fatta cose veloci ma sfiziose. Il piatto principale è un'omelette fatta con due uova, un po' di farina di riso e alghe, riempita con riso venere bollito e mozzarisella (e così ho finito il panetto...!). Accanto semplicemente coste e zucchine spadellate con una manciata scarsa di aneto. 

domenica 6 settembre 2015

The Hello Kitty Plate #93 - burger con granulare di soia, secondo tentativo


Stavolta sono ampiamente soddisfatta! Il secondo tentativo è stato davvero ottimo. Rispetto alla volta precedente la differenza principale è che ho aggiunto una patata all'impasto e ho strizzato tantissimo il granulare di soia per asciugarlo. Ecco il procedimento:
1 - ho fatto rinvenire in acqua calda il granulare di soia
2 - ho bollito la patata
3 - ho messo a bagno un po' di alghe (del mix alghe comprato da Bio c Bon) e dei fiocchiy d'avena
4 - ho fatto andare in padella carote grattugiate, sedano e cipolla
5 - ho messo 7 grammi di semi di lino a bagno in 20 ml di acqua per creare il sostituto dell'uovo (15 minuti)
6 - quando tutti gli ingredienti erano pronti li ho mischiati assieme con appena una spruzzata di farina per essere sicura che l'impasto risultasse compatto e asciutto
7 - ho messo in frigorifero il tutto per farlo agglomerare per bene

Poi ho fatto a mano i burger e li ho cotti in padella in olio di semi di girasole. A fine cottura ho messo sopra una fettina di mozzarisella che ha dato quel tocco in più. 

Nel piatto anche sorgo saltato in padella con olio di sesamo tostato e un mix di frutta secca. Per completare, germogli di trifoglio cresciuti da me!

The Hello Kitty Plate #92 - colazione sana e veloce con il porridge


Stamattina ho fatto per la prima volta  il porridge d'avena con il preparato Guten Morgen, comprato su Macrolibrarsi (lo vendono anche da Naturasi). A differenza dei fiocchi d'avena normali per porridge questo ha dentro anche frutta secca, quindi è più sfizioso. Si prepara facilmente aggiungendo una bevanda calda (acqua, latte, latte vegetale) ed eventualmente qualche dolcificante. Come prima prova ho testato solo con un mezzo cucchiaino di crema di cacao. Nel complesso é un ottimo prodotto perché veloce e nutriente. Certo il porridge non è un'esplosione di sapori, ma magari con della frutta e un po' di vaniglia si riesce a farlo più goloso. 

venerdì 4 settembre 2015

The Hello Kitty Plate #91 - crespelle vegan con mozzarisella e verdure


Finalmente mi sono lasciata tentare dall'acquisto della mozzarisella. L'avevo provata da La Colubrina (ottimo ristorante vegano, vegetariano ma anche onnivoro) ma non avevo ancora avuto l'ispirazione per prenderla e provarla a casa. Complice uno sconto del 20% sul prodotto ieri l'ho presa. Mi sono cimentata quindi nelle crespelle, fatte con farina tipo 2 e una spruzzata di farina di sorgo (il primo tentativo era di sola farina di sorgo, si è frantumata in cottura e faceva anche schifo!). Ho mischiato con acqua, sale qb, un pizzico di bicarbonato e un pochino di olio evo. Ho cotto in padella e riempito con una foglia di insalata, un misto precedentemente cotto in padella di carote, cipollotto e alghe e la mozzarisella. Risultato ottimo! La mozzarisella si scioglie dando quella consistenza cremosa alla crespella che altrimenti solo con le verdure sarebbe secchina. Proverò a rifare il tutto gluten free appena trovo una ricetta che non sia con la farina di ceci, che a parer mio viene troppo gessosa. Purtroppo spesso trovo in giro l'aggiunta della gomma di xantano, che serve per legare, bisogna andare apposta a comprarla nei negozi specializzati per celiaci e ancora non ho avuto tempo e voglia di farlo.

lunedì 31 agosto 2015

The Hello Kitty Plate #90 - tagliatelle fatte in casa con tofu,pistacchi e spinaci

Come ogni domenica che passo con tanto tempo da dedicare alla cucina, mi invento qualcosa di sfizioso.  Per il sugo di queste tagliatelle, fatte da me a mano con 40 grammi di farina integrale e 60 di farina tipo 2 + un uovo e sale qb (quantità per una persona) ho tostato in padella dei pistacchi triturati, ci ho poi unito del tofu silken (addirittura bio, trovato per caso in una farmacia che vende cibo vegano) e degli spinaci precedentemente sbollentati in acqua.

Ma parliamo della macchina per fare la pasta che mi ha regalato Cinzia per il mio compleanno, al suo primo utilizzo.
Ero perplessa per un paio di questioni logistiche di "compatibilità" fra la macchinetta e il mio tavolo. Alla fine ciò di cui mi preoccupavo non era un problema ma ce n'è stato un altro. Vi illustro tutto così nel caso voleste comprare una di queste sapete a cosa andate incontro:
1 - il morsetto... troppo piccolo per il mio tavolo!!! Quindi speranzosa che non fosse poi così necessario l'ho usata senza
2 - il tavolo rotondo! Come stendere qualcosa su un piano che parzialmente non c'è? Soluzione: mettendo sotto un piano alternativo. E fin qui tutto bene, ha funzionato.
3 - ho stirato la pasta
4 - l'ho tagliata in tagliatelle larghe (c'è anche il rullo per le tagliatelle piccole)

Preoccupata della rotondità del tavolo, il vero problema era invece il morsetto. Usarla senza è possibile ma un po' difficoltoso perchè quando stendete la macchinetta si muove quindi va tenuta... problema: se non prendi la pasta quando esce si accartoccia tutta... quindi avrei bisogno di tre mani! Una per girare la manovella, una per tenere la pasta e una per prenderla da sotto. A meno che il mio gatto non impari ad aiutarmi in queste operazioni mi tocca fare dei numeri da circo. 

Quindi amici lettori, prima di acquistare una macchinetta per stendere la pasta controllate morsetto e per carità lasciate perdere se avete un tavolo troppo spesso e rotondo. Volete impazzire come me?
Piccola nota: è anche difficoltosa da pulire.
Poi uno si chiede perchè la gente non fa la pasta in casa! :(

mercoledì 26 agosto 2015

The Hello Kitty Plate #89 - burger vegano con granulare di soia


Ho trovato parecchie ricette online per utilizzare il granulato di soia per fare dei burger vegani, dopo aver distillato delle linee guida più o meno comuni a tutti mi sono cimentata nella produzione creando la mia variante. Il risultato non è male ma devo trovare un ingrediente che asciughi un po' la consistenza perché rimane bagnaticcia. Nel complesso sono soddisfatta. 
Stavolta vi ho preparato le info con tutti i passaggi.

 
Ecco il procedimento nel dettaglio:

1 - ho preso due cipollotti e mezza zucchina tonda e li ho triturati con la mezza luna, poi ho cotto il tutto in padella con un pochino di gomasio per qualche minuto, finchè non era morbido

2 - ho preso mezza tazza di granulare di soia, l'ho lasciato a mollo in acqua calda per farlo rinvenire per 20 minuti (ho aggiunto anche della paprika per fargli assorbire un po' di sapore) poi ho scolato

3 - ho scoperto che adesso c'è questa nuova "invenzione" dell'emulsione di semi di lino per sostituire l'uovo nelle ricette che necessitano addensamento. Ho messo 7 grammi di semi di lino (io ho usato quelli dorati) con 20 ml di acqua calda per 10 minuti, in questo modo tutto diventa un po' denso già di suo, poi si frulla con il minipimer. Questa è la proporzione che dovrebbe sostituire un uovo. In generale le proporzioni sono 1 a 3 (ho trovato on line per 8 uova 50 gr di semi e 150 ml di acqua).

4 - 3 patate piccole lesse, le ho schiacciate

4 e 3/4 - (alla Harry Potter) - ho mischiato tutti gli ingredienti con un po' di sale e di farina per addensare.

5 - ho fatto i burger con le mani. Ho provato ad usare l'attrezzo apposta ma la consistenza è troppo appiccicosa, non tiene la forma e non si riesce. Ho poi messo tutto in frigo, solo perchè non era ancora ora di cena, ma in verità credo che questa mossa abbia aiutato a fargli tenere consistenza.


Ho cotto il tutto normalmente in padella con olio.

Nel piatto anche riso integrale, maionese Veg fatta da me (come da ricetta già nel blog) e pomodori gialli delle Cascine Orsine.

lunedì 24 agosto 2015

The Hello Kitty Plate #88 - Cena vegetariana completa

Stasera avevo voglia di darci dentro con la varietà e mi sono preparata ben tre piatti diversi.
Il piatto principale è una crepe di uova e farina integrale con sopra un mix di farro, zucchine, semi di girasole, carote e alghe con accanto un po' di tahin fatta dalla mia amica Sandra.
Poi una zuppa di miso con cipolle, zucchine e alghe. Infine insalata di pomodori gialli e cavolo cappuccio, condita con un'emulsione di semi di lino, olio di semi di girasole, latte di soia e qualche goccia di zenzero fresco grattugiato. Non contenta ho mangiato poi anche tre fichi. :)

martedì 4 agosto 2015

Pensieri a due ore dalle vacanze

Fra due ore, anzi per la precisione fra un'ora e mezza, sarò in vacanza: tre settimane di libertà senza andare in ufficio. Agosto a Milano è un mese di merda. L'ho sempre detto e lo ripeto, ci ho anche fatto un Furachannel, a suo tempo. A quei pazzi che lo amano perchè c'è meno casino e non c'è traffico io rispondo che in cambio praticamente non ti muovi quasi, considerata la frequenza dei mezzi pubblici ad orario estivo ridotto, e come se non bastasse puoi mettere una pietra sopra a fare qualsiasi cosa che non preveda un megastore o una grande catena, unici posti che rimangono aperti. Volevo approfittare di essere a casa per andare a mangiare in uno di quei posticini tanto carini che fanno solo pausa pranzo e che non essendo in zona non posso mai provare ma no, è tutto chiuso dal 31 luglio a inizio settembre, maledetti. Di solito anche palestre e corsi yoga chiudono, per fortuna il mio centro, l'amato BaliYoga è aperto quindi a parte i giorni che effettivamente non sarò a Milano almeno su questo posso non mettermi in stand by. Odio agosto perchè mi forza a mettere sempre tutto in pausa, come se la vita esistesse solo in vacanza. Peccato che non solo io non amo particolamente viaggiare, ma le mie finanze non mi permettono di scappare da Milano per un mese intero, anche ammettendo che possa avere un mese di vacanza dal lavoro.
Milano vuota mi fa paura. Non avere gente intorno in città non mi dà un senso di tranquillità ma solo di ansia, le strade vuote, il caldo che sale dal cemento, i negozi chiusi. Sembra tutto morto, fermo, immobile. Non in un modo rilassante, ma in un modo spaventoso.
Quest'anno ho deciso di fare il mio primo viaggio da sola, destinazione: Amsterdam. Qualcuno mi ha chiesto perchè Amsterdam e la risposta è quanto mai facile: era il volo che costava meno fra le città europee che ancora non ho visto. In verità mi dà anche un senso di sicurezza l'Olanda come posto per provare un'avventura solitaria. Sicuramente tutti parlano inglese, c'è l'euro quindi non devo impazzire coi cambi valuta, fa fresco in estate (25 fantastici gradi) e ci sono parecchie cose carine da vedere. La finalità di questa vacanza è di stare bene con me stessa, trovare fiducia sapendo che posso cavarmela da sola fuori dalla mia zona di comfort, ma soprattutto se l'esperienza mi piacerà e supererò questo limite del non sentirmi tanto in grado di fare 4 giorni da sola all'estero, d'ora in poi smetterò di andare in vacanza con altre persone.
Non sono asociale nè rifuggo la compagnia della gente, anche se sto benissimo da sola e spesso preferisco fare le cose autonomamente che con altre persone, ma dover sempre dipendere dalla presenza di altri, dalle loro date di vacanza dal lavoro e dai loro gusti personali per poter fare un viaggio ha iniziato a diventare una cosa insopportabile. Quante volte avrei voluto prenotare un volo e fare quello che mi andava piuttosto che ripiegare su altro per andare incontro ai gusti altrui? Questa è una cosa che non voglio più fare.
Ammetto però che sono molto in ansia per questo viaggio. Per quanto io sia brava a mettermi in discussione e cercare di superare i miei limiti, non è una cosa che faccio alla leggera o senza paura. Però sono fiera di me perché io mi sforzo, ci provo, faccio cose che in tanti commentano: "io non avrei il coraggio se fossi al posto tuo". Nonostante io mi ritenga una persona molto paurosa riesco lo stesso a tirare fuori una enorme quantità di coraggio quando decido di farlo. Ed è questa consapevolezza che mi devo portare nel cuore per superare quest'ansia che provo all'idea di andare. Ho deciso di farlo per essere una persona migliore, più indipendente e più libera dai miei schemi mentali e dalle catene che mi auto impongo.
Quindi benvenuta Amsterdam. Sarai la mia chiave di volta verso un nuovo futuro. 
Ovviamente... Mortino sarà con me! :)

martedì 21 luglio 2015

The Hello Kitty Plate #87 - piadina fatta in casa


Ho usato l'impasto della pasta matta (100 gr di farina tipo 2 bio di grano tenero e 50 ml di acqua) e ho aggiunto un pizzico di bicarbonato per "arieggiare", ho provato a cuocerla in padella per fare una piadina con un quasi ottimo risultato. Dico quasi perché ho lasciato troppa farina sulla pasta, utilizzata durante la stesura con il mattarello, il che ha seccato un pochino quel lato. E un filo d'olio sarebbe stato da usare, pare che avrebbe fatto ammorbidire un pochino il tutto. Ma non era niente male. Ho guarnito banalmente con prosciutto, mozzarella e pomodoro. E ci ho spalmato sopra della maionese vegana (marca GO vegan, buona ma non eccellente, devo provarne altre). 
Esperimento riuscito direi! Molto meglio impastare 5 minuti e stendere in 2 che prendere le solite piade confezionate piene di ingredienti malsani.

martedì 30 giugno 2015

Happening milanesi: cose dal Giappone che difficilmente comprendiamo

Kojo Rantaro

A Milano, fino a fine agosto 2015, a Palazzo Clerici c'è la mostra Art Aquarius, installazioni con pesci rossi giapponesi in acquari particolari e scenografici, fra luci e colori d'atmosfera. La mostra ancora non l'ho vista ma ho approfittato degli eventi serali gratuiti per andare a vedere la performance di Kojo Rantaro, artista di teatro giaponese che mette in scena una "Oiran dance", rappresentazione del fascino delle cortigiane oiran, che erano delle intrattenitrici a metà strada fra le ballerine e le prostutite. Ovviamente mi par difficile capire la differenza con una geisha, ma non importa, dovrei documentarmi e non ne ho voglia. 
Quello che mi lascia perplessa è quale significato o bellezza può trovare un occidentale in una performance di questo tipo: un uomo vestito da donna che in pratica passeggia su un palco muovendo le mani e facendo mossette con significati che non capiremo mai. 
Non dico che non mi sia piaciuto lo spettacolo, sicuramente è particolare e affascinante, ma è adatto ad un pubblico occidentale? Senza spiegazione, senza una parola di introduzione, cosa possiamo capire? Ci sono differenze culturali fra oriente e occidente che non sono così colmabili, quanto meno non nell'immediato. Con una adeguata preparazione o spiegazione possiamo comprendere più a fondo ciò che vediamo ma così... io credo di no.
Ho avuto la stessa sensazione con la cerimonia del tè. A vederla è stata esasperante, lunga, lenta, una noia mortale. Poi mi sono letta il motivo della lentezza, il perchè di ogni gesto e ritualità. E allora ho compreso meglio e forse a saperlo prima mi sarei goduta di più il momento.

lunedì 29 giugno 2015

Pensieri: Yoga Sutra a cura di Gary Kissiah, quando trovi belle cose on line




Oggi stavo cercando qualche pagina twitter sullo yoga e mi sono imbattuta in questo sample di una delle varie versioni degli Yoga Sutra di Patanjali a cura di Gary Kissiah. Visto che sono ancora nell'ignoranza di questo importantissimo testo e attendo che mi venga regalato a brevissimo per il mio compleanno, l'ho scaricato e ho iniziato a leggere l'introduzione. Ho trovato una parte molto interessante, uno dei punti fondamentali che tutti, praticanti o meno di yoga, dovremmo comprendere per vivere meglio. Riporto qui sotto il testo in inglese e poi la mia traduzione. Gente, riflettete...


[...] we automatically identify with the external world, our egoic, everyday minds and our bodies. We see a world of multiplicity, impermanence and duality. Consequently we often feel alone, disconnected and alienated. The result is suffering. According to Yoga philosophy, the basic reason that we experience suffering is due to spiritual ignorance or “avidya.” Avidya is one of the key concepts that we will encounter throughout our exploration of the Sutras. Although there are several elements to avidya, it fundamentally involves identifying with the activities of our everyday minds which prevents us from realizing our true Self.
Because we are not united with our true Self, we do not have access to our natural state of unity and bliss. It is as if our everyday minds are the clouds and the true Self is the sun. Even though we may not see the sun on a cloudy day, it is always shining. We know that the world, our minds and our bodies are impermanent and constantly changing. We can easily see this in the changing of the seasons, the daily weather patterns and the aging process in our own bodies. Yet, due to avidya, we avoid accepting change and attach ourselves to various illusions of permanence and stability because they provide us with a sense of security and peace. This leads to suffering.


[...] automaticamente ci identifichiamo nel mondo esterno, nelle nostre menti egoiche, nel corpo e nella quotidianità. Vediamo un mondo di molteplicità, impermanenza e dualità. Di conseguenza spesso ci sentiamo soli, disconnessi ed alienati. Il risultato è la sofferenza. Per la filosofia yogica la ragione principale per cui proviamo questa esperienza di sofferenza è l'ignoranza spirituale, chiamata "avidya". Avidya è uno dei temi chiave che inconteremo nello studio dei Sutra. Sebbene sia un concetto dalle tante sfaccettature quello fondamentale consiste nell'identificazione con l'attività quotidiana della nostra mente che ci impedisce di realizzare il nostro vero sé. Non essendo uniti con il nostro vero sé non abbiamo accesso all'unità e la beatitudine. E' come se la nostra mente fossero le nuvole e il nostro vero sè il sole. Anche se non riusciamo a vedere il sole in un giorno nuvoloso, lui è comunque lì e splende. Sappiamo che il mondo, le nostre menti e i nostri corpi sono in continuo cambiamento. Lo vediamo chiaramente nel passare delle stagioni, nel tempo atmosferico, nell'invecchiamento del nostro corpo. Eppure, per colpa di avidya, evitiamo di accettare il cambiamento e ci attacchiamo a varie illusioni di impermanenza e stabilità perchè ci procurano un senso di sicurezza e di pace. Ciò porta alla sofferenza. 

domenica 28 giugno 2015

The Hello Kitty Plate #86 - maltagliati con farina di sorgo


Novità da naturasi: la farina di sorgo. Ne ho presa una confezione, integrale, e quale modo migliore per provarla se non per fare della pasta fatta in casa? Ed ecco qui i maltagliati, fatti con 80 gr di farina bio di grano tenero tipo B e 20 di farina di sorgo integrale e un uovo. L'impasto ha tenuto bene e il sorgo ha dato tutto un colore speciale all'impasto, rosato da crudo e grigio da cotto. Buono!  Per il sugo ho preso spunto da una ricetta letta online: ho fatto appassire un cipollotto in padella con olio EVO per qualche minuto poi ho aggiunto pistacchi a pezzetti piccoli e un po' di panna vegetale di avena, non troppa, non volevo un sugo liquido.Ottimo anche questo! 

lunedì 22 giugno 2015

Pensieri: il potere della noncuranza verso se stessi


In tutti questi anni in cui ho rivoluzionato la mia alimentazione ho imparato a smettere di impuntarmi e di arrabbiarmi davanti a chi, per pura ignoranza, continua a sostenere che la carne "fa bene", che non mangiare carne equivale a "non mangiare" o quanto meno a non mangiare in maniera soddisfacente. Ho imparato che è inutile aspettarsi feedback molto diversi da uno sguardo torvo quando dico che lo zucchero è veleno. O quando dico che non bevo latte da anni. O che compro una scatola di pasta all'anno, o due.
Imperterrita io proseguo per la mia strada, non mi lascio influenzare da chi non ha alcuna consapevolezza di cosa si mette nel piatto e smetto di prendermela.
Quello però che trovo assolutamente assurdo, e non smetterò mai di sorprendermi, è che ci sono persone che sono consce del male che si fanno a mangiare certi alimenti ma non gliene frega niente.
Ammetto che io stessa ho dovuto attraversare mesi e mesi di nervosismo e stress per il fatto di non poter più mangiare determinati alimenti e quindi non fossi libera di prendermi banalmente un gelato se ero in giro e ne avevo voglia. Non sono stata per niente felice di smettere di fare colazione con cappuccio e brioche. C'è stato un giorno, un giorno preciso, in cui ho scoperto di non essere più "obbligata" ma che ormai era la sentivo come una "scelta". Capisco che non sia facile, capisco che di fronte ad un mainstream alimentare che alletta con cibi succulenti, dolci, zuccherosi, porcosi... non ti viene così automatico di dire "no".
Ma mi chiedo, perchè in un mondo che un po' sta aprendo gli occhi, le persone che capiscono che ci stanno ingozzando di veleno sono ancora così poche? E perchè chi lo comprende se ne frega?
Una risposta che mi sono data è "perchè non capisci l'impatto che sta avendo su di te".
Ovvero, chi non è mai stato male per determinati alimenti non si accorge di quanto siano dannosi anche se non hanno disturbi.
E' anche vero che ho scoperto ultimamente che tante persone non si curano nemmeno se stanno male. Tanti credono che avere acciacchi e dolori e disturbi sia normale e se li tengono, fanno finta che non ci siano, non fanno un esame nè una visita medica.

La maggior parte della gente se ne frega del corpo che li ospita.

Lo maltratta sapendo di maltrattarlo, perora la causa del "io mangio quello che mi pare" cercando pure di convincere chi come me invece decide che a questo gioco non ci sta più.
Sono spesso accusata di essere "integralista", di mangiare poco, di essere esagerata nella mia gestione del cibo. Dal mio punto di vista invece sono fin troppo permissiva. Sto facendo colazione al bar una volta a settimana, in ufficio se si festeggia un compleanno mangio i pasticcini, se mi gira vado a farmi un cupcake da Kevin e Victory, ho perfino le salamelle nel freezer e se mi va mi mangio un hamburger con patatine fritte.

Ma no, se tutto questo non è quotidiano o se non lo sotenti come "massima goduria della tua vita" allora sei un'integralista. Se ti permetti la carne al massimo una volta a settimana non ti godi la vita.

Per non parlare della frase da me più odiata al mondo:
"eh dai, si vive una volta sola"...

A me mi viene da urlare a sentirla ormai.

APPUNTO PERCHE' VIVO UNA VOLTA SOLA PREFERISCO VIVERE SANA E FELICE E LEGGERA invece che appesantita e nutrita con veleno. Sarà che a me non mi dà felicità mangiare male, sarà che mi dà felicità trattarmi bene. E poi ti aggiungono "tanto di qualcosa si deve morire". Certo, ma io non voglio morire suicida perchè me ne sono fregata e mi sono scavata la fossa. Perchè questo vuol dire mangiare male: uccidersi piano.

Ma alla fine, ognuno fa quel che gli pare. Io non mi scompongo più, non mi arrabbio più, non cerco più di convincere nessuno. Per me possono ostruirsi tutti le vene di colesterolo, farsi venire il diabete a suon di muffin e farsi scoppiare le coronarie. Ma per favore, non rompetemi le scatole con le obiezioni stupide, almeno. Perchè argomenti convincenti per mangiare male, mi spiace, non ce ne sono. MAI.

domenica 14 giugno 2015

The Hello Kitty Plate #85 - le coste rosse


Ieri al Naturasì ho comprato una cosa che non avevo mai visto, le coste rosse! C'erano anche in versione gialla. Mi sono documentata e ho scoperto che non sono altro che una varietà poco coltivata, al pari delle carote nere o i cavolfiori viola. Erano talmente belle e inusuali che non potevo non prenderle. Le ho cucinate semplicemente in padella con semi di girasole e piselli. Non ho aggiunto aromi, solo un pizzico di sale, non volevo guastare il sapore dell'ortaggio speciale. Non hanno proprio lo stesso sapore delle coste normali, soprattutto il gambo, che sia avvicina un po' più alla consistenza del sedano, pur essendo morbido, che a quella della normale costa. Mi sono piaciute, se mi capiterà di rivederle le prenderò ancora. In accompagnamento riso integrale a chilometro zero comprato a Ferrara, con appena un filo di salsa di soia.

The Hello Kitty Plate #84 - il dolcetto crudista


Dopo aver constatato negli anni che ho dei seri problemi nelle ricette con i lieviti credo di aver capito che anche la cucina crudista non è il mio forte. Per la seconda volta ho provato a fare questo dolcetto che in teoria dovrebbe ricalcare il concetto della cheese cake, almeno visivamente: una base scura e duretta, come quella del biscotto, e una parte bianco giallina morbida ma bella soda sopra. E invece nel mio caso la parte sopra, per la seconda volta, è semi liquida. Le versioni che si trovano online sono molteplici, io ho cercato di semplificare ma invece che una torta mi trovo con un dolce al cucchiaio. Poco male, è buona lo stesso, però mi innervosisce un po' non riuscirci. Ecco come ho fatto io per una porzione:
la base
35 grammi di mandorle (lasciate in ammollo un'oretta)
4 datteri
un cucchiaio di sciroppo di riso
si frulla tutto e si stende come base, molto semplice. Consiglio utile: i datteri e le mandorle devono essere in qualtità uguale, io avevo un sacchettino da 35 grammi di mandorle quindi ho usato mezzo sacchettino di datteri da 70.
la crema
1 banana (fatta a pezzi e congelata per un'oretta)
un po' di farina di cocco per addensare
un pochino di latte vegetale per aiutare la frullatura
anche qui, si frulla tutto e su mette sopra alla base.

Lasciare in frigo per almeno mezz'oretta. 
Tante versioni mettono gli anacardi nella crema sopra, il che sicuramente addenserebbe meglio il composto, ma non volevo eccedere nella frutta secca visto che non fa benissimo per chi, come me, ha problemi all'intestino. 

Consiglio questa ricetta come dolcetto sano, veloce e senza pretese

venerdì 12 giugno 2015

Quante cose faccio, milioni di milioni!

Telespettatori!!
Ah no, non sono sul Furachannel, qui si legge...

LETTORI!
Oggi scrivo un post per condividere con chi mi segue un po' di cose carine che ho fatto ultimamente. Il bello è che a me sembra di non fare mai niente ma poi guardo il mio instagram o la mia collezione di foto sul cellulare e mi rendo conto che invece faccio sempre un sacco di cose. Bene, ecco qui le ultime news dal mondo di miss Romanoff. Già che ci sono metto i link alle realtà che più ho apprezzato, così se volete potete andare a vedere ulteriori dettagli, che a me piace essere stringata.

IL MERCATO METROPOLITANO


Da quando c'è Expo Milano è tutta un fermento di eventi, luoghi estemporanei e miglioramenti, di questo posso solo essere felice. Speriamo che dopo Expo non si torni al solito piattume ma soprattutto speriamo che non smantellino quest'area bella e d'effetto: il Mercato Metropolitano. Ci sono andata all'inaugurazione, con conseguente bagno di folla, e un poi un po' di volte con amici. Situato nell'area dove avevano messo la Fiera di Senigallia, dietro a Porta Genova, qui si mangia street food di ogni genere, acquistabile al mercato al coperto, dai truck o dai chioschetti. Attirata più che altro dalla presenza del mio adorato Maido mi sono fatta conquistare dalla magia di questo posto, anche perchè piace tanto ai miei amici yelper e quindi ci si reca per attività estemporanee organizzate all'ultimo. Andando lì si accontenta sempre tutti. Nella foto potete vedere una chicca: il chupito di Bailies, in cialda. La cialda fa da bicchierino per un piccolo shot di Bailies, uno dei pochi alcolici che bevo volentieri. Al costo di solo 1 euro mi sono gustata questa fantastica idea, dopo aver mangiato un chicken burger di Myke e mezzo waffle con cioccolato al latte.  

TAIKO ALLO SPAZIOWOW


SpazioWow organizza ogni anno il Japan Sunday, una manifestazione con area sia espositiva che di attrazioni, bancarelle ed eventi tutta dedicata al mondo giapponese. Quest'anno ho potuto assistere grazie a questa iniziativa allo spettacolo di tamburi giapponesi, taiko, tenuto dalla compagnia Shumei. Sono una grande fan del mondo del Sol Levante ma era la prima volta che mi imbattevo in uno spettacolo del genere e devo dire che mi è piaciuto moltissimo. E' durato ben un'oretta, per fortuna la temperatura si era un po' abbassata e il cortile era in ombra. La musica dei taiko è potente, vibra dentro, e i suonatori sembrano quasi danzare al ritmo dei tamburi con movimenti forti e scenografici. In alcuni punti ci sono anche delle parti cantate. Entusiasmante davvero.

MOSTRA DI ESCHER A BOLOGNA


Volevo visitare Bologna e mi sono presa mesi fa un biglietto andata e ritorno a prezzo stracciato in treno super economy. Peccato che probabilmente ho scelto il giorno più caldi dell'anno. Ad un certo punto, in preda a stanchezza e sudore, passando davanti ad una farmacia ho letto 37 gradi!! :(
Ma nonostante questo non mi sono fatta nè fermare nè condizionare ed ho fatto tutto il giro che avevo pianificato. Nel mio cercare a suo tempo cosa fare e cosa vedere ho scoperto che a Palazzo Albergati c'era una mostra di Escher. Da sempre uno dei miei artisti preferiti, grazie alle influenze benefiche nel mio background culturale passate da mamma e papà, ho deciso di spendere 13 euro per andare a vedere questa mostra. E ho fatto una bella scelta perchè era davvero ricca di contenuti, spiegazioni, con audio guida inclusa e tante interessanti installazioni a tema. Come quella nella foto che ricrea con un gioco di specchi uno dei suoi lavori più famosi.
Ben fatta, ben organizzata, chiara ed esplicativa di tutto il lavoro di una vita di un grandissimo artista. 

LETTURE



Siccome non sto ferma e quieta nemmeno quando sono in casa, ho in lettura un po' di libri contemporaneamente, alcuni più di "studio", altri di svago. Eccoli:

Curarsi con acqua e limone di Simona Oberhammer - perchè la doccia interna con acqua e limone è un'arte da conoscere a fondo e a cui dedicarsi quotidianamente.

La ragazza fantasma di Sophie Kinsella - ho letto quasi tutti i suoi libri e questo mi mancava, lo sto divorando, pur se non è uno dei suoi migliori lavori. Sadie però è un personaggio fantastico, risolve tutto con una mossa di charleston!

Iniziazione al Kundalini Yoga di Yogi Bhajan - per studiare e praticare da sola un po' di kundalini visto che le classi sono poche e spesso in orari assurdi.

Imparo lo yoga di Andrè Van Lysebeth - chiaro, semplice e completo, getta le basi per comprendere la pratica in ogni suo aspetto, scritto da un grande maestro occidentale.

Una svastica al sole di Philip K. Dick - libro del mese per il book club di yelp, sono a metà e non ho capito la trama dove va a parare. Ne discuteremo come sempre al Mi Casa.

Come potete vedere ho sempre tanta carne al fuoco e queste sono solo alcune delle cose che ho fatto nell'ultima settmana. A volte mi chiedo dove trovo la forza e l'energia di far tutto, perchè io vado anche a lavorare 8 ore al giorno! D'altronde ho un brutto vizio, di vivere a pieno e più che posso!

venerdì 29 maggio 2015

La via dello yoga


Ultimamente mi sto avvicinando con più passione di prima allo yoga, ma non solo alla pratica, ma anche alla teoria, al modo yogico di vivere la vita, al pranayama, a tutto il contorno che c'è alle asana. Quando dico che faccio yoga a chi non ne sa nulla, il pensiero comune è che "lo yoga ti fa rilassare". Sfatiamo questo mito: se uno pensa di andare in palestra e fare un'oretta di yoga e trovarsi magicamente senza stress, non è così che funziona. Certo, come ogni attività fisica il corpo si stanca e la mente si calma, ma tanto vale andare un'ora in biciletta se l'intento è questo. Lo yoga non è ginnastica, non è un'attività fisica, per quanto mi riguarda non dovrebbe nemmeno essere praticato nelle palestre. Lo yoga è un insieme di posture, di respirazione, di condotta di vita, di rispetto e amore per se stessi, di mudra, di pranayama, di mantra e canti e ultimamente per me è diventato un mezzo importante, sia teorico che pratico, per raggiungere il mio obiettivo principale nella vita:
DISTRUGGERE L'EGO.
Ormai sono anni che percorro questa strada, che ho aperto gli occhi su quanta sofferenza interiore sia determinata da quella stupida serie di credenze e sovrastrutture che ognuno di noi si è cementato addosso. Più ne distruggo pezzetti, più il mio cuore si innalza e si libera. Più smetto di dare importanza alla visione idealizzata e statica di me stessa e di ciò che sono o di ciò che gli altri vorrebbero che fossi, più sono felice, ogni giorno.
Ieri leggevo una pagina web sullo yoga kundalini, in cui venivano evidenziate tutte le cose che ostacolano la connessione con il divino e ho distillato il tutto nella grafica che ho postato qui sopra. L'ho creato perchè mi possa essere da monito ogni giorno e io lo regalo a tutti voi. Ogni suo punto è qualcosa su cui lavoro da anni, su cui ognuno di noi costruisce intuile sofferenza.
Liberiamocene. Trovate la vostra via per farlo. Io sono partita dal rebirthing e sono arrivata allo yoga, attraverso molteplici discipline. Ognuna mi ha donato un pezzo di consapevolezza. La più importante?
NULLA HA IMPORTANZA SUL SERIO.