mercoledì 26 marzo 2014

Pensieri: siamo tutti così uguali

Sembra un controsenso, soprattutto considerato che leggo valanghe di libri del filone così detto "new age" o mi interesso di buddismo e altre filosofie orientali, tutti ambiti in cui l'idea che "siamo tutti unici e speciali" è praticamente un cardine, importante e intoccabile. IL DOGMA. 
Non che io sia in disaccordo con questo concetto, anzi, sarei stupida a pensare che non sia così eppure nonostante le molteplici variabili di ognuno di noi, penso che troppe cose in fondo ci accumunino.
Ad esempio l'uomo sposato o fidanzato che promette all'amante che prima o poi mollerà la moglie in 9 casi su 10 non lo farà. La persona che ti aggancia dal nulla su Facebook è quella che 9 volte su 10 è in cerca di avventure facili. La persona che ha la paura così forte da essere limitante che la gente gli menta 9 volte su 10 è quella che per prima dice una valanga di cazzate (di solito auto giustificatorie).
Dove stanno le differenze? Ovviamente nelle sfumature.

Ma ad un certo punto, soprattutto nelle casistiche di cui parlavo qui sopra, mi son detta che delle sfumature e che scovare quell'unico "1 su 10" che è la classica eccezione che conferma la regola non mi interessa più. Che ho altri modi per perdere il mio tempo, se ne ho da perdere o da investire. Piuttosto che sperare che il fantastico ragazzo con cui sono uscita un giorno scelga me invece che la sua eterna fidanzata preferisco sedermi per terra e guardare il muro. Che così già che ci siamo faccio anche un po' di meditazione, a questo punto. 
Ma non era per questo che ho iniziato a scrivere questi pensieri. Oggi ho capito che le persone come me, quelle che fanno mille cose, che si interessano a strani hobby, che cercano quel qualcosa in più nella vita, sono tutte uguali a me anche su tutto il resto. Abbiamo le stesse insicurezze, la stessa voglia di emergere, la stessa sensazione che la vita sia più di casa/lavoro/marito/figli/pensione. E' come se riuscissi a vedere in mezzo a tutte le diversità quelle cose meravigliose che invece ci accumunano. Qual'è il problema?

Che la gente ha sempre SEMPRE paura. Di esprimere la propria interiorità, di dire cosa pensano, che se ti fai vedere per ciò che sei ti metti in pericolo (da cosa non l'ho mai ben capito).

SOLO NOI STESSI POSSIAMO PERMETTERE CHE LE PERSONE CI FERISCANO. A prescindere da quanto e cosa gli diciamo di noi stessi.

Quindi come va a finire? Che ci sentiamo tutti desolatamente soli. Perché ci sembra di essere così "unici e speciali", perché non capiamo che le emozioni o i problemi o le paure che abbiamo, li hanno tutti. Chi più chi meno. Ognuno con le sue variabili e le sue esperienze e il suo passato. Ma tutto sommato siamo davvero tutti così uguali che forse, se lo ammettessimo, finiremmo anche di farci le guerre, di litigare, di imbastire conflitti inutilmente per affermare il nostro ego perché pensiamo sia l'unico e il migliore, il più speciale, il più sensibile, il più meraviglioso.


Perché? Io a questo non mi dò una risposta. Ed è molto triste, mi fa sentire che sono ad un passo dal non sentirmi più sola, e invece mi ci sento.