mercoledì 26 ottobre 2016

The hello kitty plate #115 - porridge


Finalmente ho fato un porridge degno di essere chiamato porridge. Sembra assurdo ma, come ho già detto, le ricette più semplici sono quelle che dato il numero immenso di varianti è difficile far venire bene. Ma ecco come ho fatto! Ho messo 50 grammi di fiocchi d'avena a mollo per 10 minuti con 125 ml di acqua precedentemente scaldata con un pizzico di sale. Poi ho messo tutto in un pentolino con 125 ml di latte di soia e ho cotto per una decina di minuti. Ho aggiunto a fine cottura un cucchiaio di miele, un pizzico di vaniglia, semi di girasole, uvette e nella ciotola dell'ananas. Ed ecco il porridge perfetto! Ci questa quantità vengono fuori due tazze abbondanti. La seconda tazza verrà riscaldata domattina per la colazione! 

lunedì 24 ottobre 2016

The hello kitty plate #114 - la pizza di patate

Eccomi con una nuova ricetta! Non me ne prendo il merito perché me la sono fatta passare da Laura, cuoca di Gnammo che organizza fantastiche serate. Il procedimento è semplice, prendi x peso di patate e ci mischi x peso identico di farina! Più semplice di così! Niente uovo, niente lievito, niente acqua! Un banale rapporto uno a uno. Ovviamente io non potevo evitare di provare ad usare farine alternative. Primo tentativo è stato con farina di farro e normale (grano tenero macinata a pietra). Ho trovato però il tutto un po' pesante quindi ho provato stavolta con metà farina di riso glutinoso (che ricordo, non contiene glutine ma agglomera, a differenza di quella di riso normale), un po' di farina di sorgo e per il resto farina di farro. Meglio, l'impasto è più leggero ma tende ad essere un po' gommoso, colpa della farin di riso glutinoso, spesso si comporta così, dipende con cosa viene mischiata. Ma ora farò mille tentativi quindi... Troverò il mix migliore! Mettete la base in forno per 15 minuti e per gli ultimi 5 aggiungete gli ingredienti di copertura. Io ho spadellato della zucca con semi di girasole, olio di sesamo e aromi a casaccio e gorgonzola, sempre come da ricetta di Laura! La volta precedente avevo messo una spadellata mista di verdure, senza formaggio. Una ricetta versatile da provare in tante varianti!!

martedì 28 giugno 2016

Pensieri: mentre il mondo va fuori, io vado dentro


La sera è silenziosa in casa mia, non accendo mai la televisione, non guardo i telegiornali, non conosco il nome di nemmeno un cuoco che fa i reality, non mi interessano gli europei e non so nemmeno se l'Italia ieri ha vinto o perso. Non mi interessa fare shopping per il gusto di farlo, non riempio i miei vuoti con il cibo nè con storie sentimentali a casaccio. Sono un'outsider da quando ne ho memoria, in modi diversi nel corso della mia vita ma sempre differente dagli altri. O almeno, dalla maggior parte delle persone. Scrivevo blog quando la gente non aveva nemmeno la connessione a casa, ho cercato di appartenere, di omologarmi, di primeggiare, di essere vista. Ho fatto tanti errori cercando me stessa. Ho incontrato tante vie e tanti terapeuti, ho scavato tutto lo scavabile finché sembrava non ci fosse più niente ma ancora qualcosa rimaneva. Poi ho cominciato a camminare nella via dello yoga, sempre più in profondità. E tutto è cambiato in un anno: in un mondo che cerca fuori, che vuole possedere, che vuole trovare il suo valore nella posizione che occupa nell'organigramma di un'azienda, io ho deciso di andare dentro. Più a fondo, dentro di me, nella mia testa, strato dopo strato del mio ego, fino ad arrivare a toccare l'essenza. Lì posso trovare il silenzio e la gioia. La calma dell'indifferenza verso il caotico vivere umano nella superficie di quello che ci vogliono insegnare essere importante. Oggetti, soldi, sesso, autostima costruita sopra falsi valori, cultura inesistente fatta di cliché e nozioni usa e getta di Wikipedia. Io non posseggo molte cose, non ho nemmeno la macchina. Torno a casa e ad aspettarmi c'è il mio gatto, sul lavoro non occupo un posizione di rilievo. Quanto posso sembrare "triste" agli occhi di chi crede che andare con la famigliola nel nuovo centro commerciale a spendere soldi in robaccia inutile sia un importante tassello di felicità? 
Io non mi preoccupo più di come appaio agli altri, io non guardo più fuori da me per trovare ciò che è importante. Mi sento ogni giorno grata e privilegiata, per le mie scelte, per il mio percorso, per i miei compagni di viaggio meravigliosi. Io rimango dentro e vado oltre alle mie delusioni e ai miei dolori, non lascio più che mi definiscano o mi condizionino. La vita è oggi, io sono quella che respira in questo momento, cercando di lasciar andare gli inutili fardelli del passato. 
In un mondo che ha paura di guardare dentro io vado avanti con orgoglio. E con la consapevolezza che non sono la sola a vivere una vita che va oltre.

domenica 5 giugno 2016

The Hello Kitty Plate #113 hamburger vegani di fagioli neri


Oggi ennesima variante di hamburger vegani. Ingredienti: fagioli neri, farro e una patata, tutto già cotto e frullato insieme, una carota cruda, paprika, semi di lino e una spruzzata di condi alghe della finestra del cielo. Ho messo in forno per mezz'ora a 200 gradi girandoli dopo 15 minuti. Ottima consistenza, fantastici con il tocco di veg mayo (comprata, marca Go Veg).

domenica 15 maggio 2016

The Hello Kitty Plate #112 - polpette vegan

Ennesimo esperimento per polpette vegan. Stavolta ho frullato insieme quinoa già bollita, due patate, due carote crude, semi di lino, alcune mandorle e un pezzetto di pane raffermo. Ho formato le polpette e le ho infornate a 200 gradi per una ventina di minuti. Ottima consistenza, ottima resa.

mercoledì 11 maggio 2016

Pensieri: Yoga Festival Bimbi, fare la volontaria mi piace un sacco!


Dopo la prima bella esperienza come volontaria per aiutare lo staff di Yoga Festival mi sono messa in pista per fare altrettanto lo Yoga Festival Bimbi presso il museo della Scienza e della Tecnica. 
La volta scorsa avevo chiesto di essere messa a fare assistenza all'ingresso di una sala, stavolta ho deciso di provare l'info point. Premettiamo che io non ho mai avuto contatto con il pubblico, non ho mai lavorato in un negozio o ad uno sportello, la mia vita lavorativa è costellata di uffici con contatto umano riservato solo ai soliti colleghi. Per me era quindi una sfida avere a che fare con gente sconosciuta dietro ad un bancone. La mia mansione era quella di raccogliere le iscrizioni dei bambini ai laboratori gratuiti, far firmare la liberatoria, dare informazioni varie. Ammetto che il mio primo istinto è stato il panico! E ho giurato a me stessa di non prendermela mai più se qualcuno a qualche sportello è più lento di quanto io penso debba essere... perchè non è mica così facile! Ascoltare una persona mentre magari cercano di parlarti in due, cercare un foglio fra dieci per segnare tutto e magari non trovarlo e impiegharci un'eternità ma soprattutto... capire i cognomi delle persone! I cognomi sono parole strane, senza nessun senso logico, non ero mai sicura di aver capito bene quello che mi dicevano e non volevo sembrare maleducata nel mio chiedere conferma, ma lo facevo perchè se no magari sbagliavo. Devo dire che per mia fortuna mi sono relazionata con tutte persone gentili, affabili e pazienti. 
Se allo Yoga Festival, complice il fatto che a stare tanto tempo da sola in piedi davanti alle classi di yoga ho avuto tempo di pensare e di gustarmi le sensazioni ed emozioni del momento, stavolta ero talmente indaffarata che non ne ho avuto modo. Il tempo è passato veloce fra tante cose da fare e tante facce nuove con cui parlare. Inoltre le mia compagna di desk era simpatica e abbiamo amabilmente chiacchierato nei momenti più calmi. 
Sentirmi d'aiuto in un contesto che amo mi fa stare bene. Fare qualcosa di utile solo per il piacere di farlo anche. Essere parte di qualcosa che per me è molto bello vale il piccolo sacrificio di parte del mio tempo libero nel week end. 
Qualche giorno dopo ho anche ricevuto una bella mail di ringraziamento, mandata a tutti i volontari, dall'organizzazione del Festival e anche questo riempie il cuore. Sapere che in qualche modo hai fatto una piccola differenza. 
Sono grata di poter essere parte di questi avvenimenti e farò ancora la volontaria al prossimo giro!

lunedì 25 aprile 2016

The Hello Kitty Plate #111 - pasta integrale agli spinaci con sugo ai piselli


Oggi pasta fatta a mano! Una variante mai provata con l'aggiunta degli spinaci. Erano appena una manciata, già cotti, li ho triturati grossolanamente e ho impastato con 70 g di farina integrale, 30 g di farina di sorgo, sale qb e un uovo. Ho dovuto aggiungere farina fino a rendere l'impasto della consistenza giusta, non avevo considerato che gli spinaci avrebbero rilasciato così tanto liquido. Per il sugo ho bollito qualche minuto i piselli freschi e li ho frullati con panna di riso, poi ho scaldato il tutto in un pentolino con una spruzzata di curcuma e un pochino di burro. Esperimento di oggi: riuscito! 

martedì 12 aprile 2016

Pensieri: perchè essere vegetariani


A poche settimane dalla decisione "primo passo" di eliminare sul serio la carne, già sono passata al vero vegetarianismo eliminando sia carne che pesce. Questa decisione è maturata lentamente nel tempo, saranno almeno dieci anni che ho ridotto drasticamente il mio consumo di carne, ma è solo nell'ultimo anno che ho iniziato a pensare seriamente a passare ad una scelta più concreta. Non è stato facile, non tanto per lo sforzo di evitare carne e pesce che poco mi pesa, quanto per dare alla mia decisione un senso che avesse un vero senso PER ME.
All'inizio il mio pretesto era la salute. Il problema è che non ho riscontrato miglioramenti tali nella mia forma fisica o nel mio stato di salute che mi facessero dire "ah sì, si sta meglio a mangiare così, facciamolo seriamente". Questo è accaduto probabilmente un po' perchè il processo è troppo lento e non ho percepito la differenza oppure perché ho una scarsa percezione di cosa mi fa bene o no, a meno che non sia una reazione immediata. E partendo da questa prima considerazione vorrei anche dire che secondo me chi dice che "ad essere vegetariani ci si sente molto meglio" è bugiardo tanto quanto le donne che millantano "sono abituata ad andare in giro coi tacchi, non mi crea nessun problema".

Piccola parentesi: negli ultimi anni mi sono resa conto di quante bugie ci vengono propinate e servite su piatti d'argento, un po' da chiunque. Per tanto tempo mi sono chiesta perchè questo accada e sono giunta alla conclusione che questo genere di menzogne non sono intenzionali, ma la gente se la racconta (e te le racconta) per giustificarsi. Questioni di ego. Tanto per cambiare.

Io che sull'ego ci lavoro ogni giorno sono completamente sincera nel dire che fra un consumo di carne giornaliero ed un consumo quasi ridicolo di carne la differenza non l'ho sentita. Poi magari non ero arrivata al punto di risentire del consumo di carne e quindi il mio corpo è rimasto nella stessa situazione, ovvero da sano a sano, non saprei. Fatto sta che, con questa premessa, l'eliminazione totale non mi pareva ancora sensata.

Poi è successo che involontariamente ho visto alcuni pezzi di video sugli allevamenti e, nonostante fossero scene solo di addetti che prendono gli animali e li spostano da un punto ad un altro, il modo in cui lo fanno, come se fossero dei sacchi di spazzatura, degli oggetti inanimati, delle "cose" senza importanza, mi ha inorridito. Ho iniziato a pensare seriamente a quanta crudeltà c'è in tutto questo meccanismo di allevamento intensivo, a quanti esseri viventi vengono uccisi per farci ingerire cibo che non ci serve nemmeno, visto che abbiamo alternative. Non che io non abbia mai fatto questo genere di pensieri ma ultimamente qualcosa dentro di me è cambiato e la mia soglia di sensibilità verso questo genere di cose si è alzata (o si è abbassata la tolleranza, decidete un po' voi).

Ma anche questo non mi sembrava un argomento abbastanza convincente perchè, nonostante io abbia letto studi e numeri sulla differenza che fa in termini ecologici e di uccisioni l'impatto di una singola persona che non mangia più carne, mi pareva un discorso parecchio aleatorio. Nel senso: se io non compro carne non è che la quantità che io non mangio non esiste più. Se una azienda produce 100 e io non compro il mio 10 (per esempio) non è che quel 10 non viene prodotto. Anzi magari peggio ancora, viene buttato perchè rimane invenduto. Quindi il discorso dell'impatto del singolo sul sistema globale non mi pareva così persuasivo.

Però, metti insieme un motivo e metti insieme l'altro alla fine ho trovato la chiave verso la decisione: magari il mio non comprare carne a fatti non cambia nulla MA ho deciso che i miei soldi verranno più coerentemente distribuiti a chi non produce morte e crudeltà. E magari il fatturato del  mondo della carne non ne risentirà di una virgola, ma almeno i soldi che guadagno non verranno sprecati malamente ma anzi, verranno più volentieri dati ad aziende bio, che promuovono il cruelty free e a chi si sta impegnando per creare un mondo migliore.

Da qui poi sono nate altre considerazioni sui locali e su dove d'ora in poi deciderò di mangiare fuori casa. Ma di ne questo parlerò a parte.

Per ora mi limito a prendere posizione sui miei consumi. Mai più carne e pesce.

mercoledì 6 aprile 2016

Pensieri: ma basta con i burger di seitan!


Oggi ho da fare una riflessione meno profonda di quella di ieri: l'assurdità del proporre in un locale un burger vegetale con il seitan.

Partiamo dal presupposto che il seitan non è una roba così sana, almeno a mio parere. Intanto è una trasformazione della farina, generalmente di manitoba, che è meno dannosa della farina 00, ma tanto a meno che il burger non lo compri e non controlli non lo sai con che farina è fatto. E vabè, iniziamo così.

Di per sè, anche se non sono così a favore del seitan, il burger poverino non fa niente di male. Da solo.

Se nei locali che propongono i burger (quelli fatti con il pane intendo) però smettessero di ostinarsi a metterlo dentro sono sicura che sarebbe meglio per tutti.

Perchè un burger panino con dentro il burger di seitan vuol dire mangiare "pane con contorno di pane"! Non vi pare nutritivamente ridondante? Che senso ha sommare farinacei a farinacei? Per quanto mi riguarda nessuno.

Come dire che mi mangio un piatto di patate e purè. O fette di pomodoro al sugo. O un uovo all'occhio di bue su letto di frittata. Ma quale senso culinario ha?

I burger vegetali sono molto versatili, io sto sperimentando qualsiasi tipo di impasto, con granulato di soia, con patate, con tofu, con legumi, con riso. Ci sono mille mila combinazioni. Poi vado in un locale e mi vedo "burger di seitan". No, signori, no, io farina al quadrato non la voglio mangiare, per favore. 

Io dico no al panino con il seitan! E se non eravate coscienti della ridondanza alimentare del burger con il seitan, ora lo siete!


martedì 5 aprile 2016

Pensieri: lasciar andare


In un percorso di crescita personale una delle cose più importanti da imparare è il concetto di lasciar andare.
Ma che cosa, direte voi, devo lasciar andare? La risposta è unica, semplice e chiarissima: TUTTO.
La mente umana, che è il nostro più grande dono ma anche il nostro vero e unico nemico, ha l'insensata tendenza ad attaccarsi a qualsiasi cosa. Alla mente, anzi per la precisione al nostro ego, non piace cambiare. Cambiare è una incognita e in quanto tale è motivo di panico per la nostra sovrastruttura psicologica, creata in anni di bombardamenti di informazioni, input, nozioni e atteggiamenti che nemmeno ci appartengono, nella maggior parte dei casi.
L'altro giorno leggevo una simpatica strip in cui una voce fuori campo diceva:
"Chi vuole il cambiamento?"
"TUTTI" risponde la folla
"Chi vuole cambiare?"
-silenzio-

In un altra pagina web ho letto: "chi, pensando a se stesso fra cinque o dieci anni, sarebbe felice nel vedersi esattamente come oggi? Senza che nulla sia cambiato?". Probabilmente nessuno, giusto?

Eppure facciamo di tutto per non cambiare, per rimanere attaccati agli stessi schemi, perfino a quelli più banali di ogni giorno. Percorriamo la stessa strada, facciamo le stesse riflessioni, andiamo nello stesso ufficio, mangiamo lo stesso tipo di cibo (o he quanta paura che fa alimentarsi diversamente! E quanto fa incazzare la gente l'argomento!).

Una volta ho descritto la vita come "la fotocopia di una fotocopia". Avevo 17 anni. E avevo capito già tutto.

Una delle cose che ho scoperto è che nella mia (maledetta) testa ha un peso veramente enorme lo hanno i ricami che ho fatto sulle persone del passato, soprattutto su quelle a cui ho voluto bene. Ho preso vecchi sentimenti e li ho coccolati per tutta la vita. Ho dato alle persone le etichette di "buono", "cattivo", "importante", "meraviglioso" e le ho cristallizzate lì, accarezzandole di tanto in tanto. Quando vedo una vecchia foto o quando ricordo un avvenimento. Quando ascolto una canzone a cui sono legata. Qualcuno potrà pensare che non ci sia niente di male ad indulgiare sulla nostalgia, invece questo atteggiamento è uno dei peggiori. Imbriglia la mente nel passato e lo colora di un colore che non sbiadisce mai. Lo tiene vivo come se fosse ancora presente e codifica la realtà passata di un valore già di per sè filtrato dall'esperienza ed in quanto tale, fittizio.

Un fatto è un fatto, un avvenimento è una serie di momenti, un'esperienza è un modo per comprendere. E deve finire lì. Questo io mi prefiggo d'ora in poi: lasciar andare le emozioni che restano appiccicate ai miei ricordi. E non solo le emozioni ma anche tutto quello che la mente ci ha costruito sopra, come ad esempio la convinzione (ridicola ma tristemente umana) che a stessa situazione corrisponda sempre la stessa risoluzione. Quindi un paio di delusioni amorose diventano "l'amore non esiste". Incontrare qualche persona stronza diventa "tutte le persone sono stronze" e così via. La mia obiezione a tutte queste affermazioni è diventata "e perchè mai?". Perchè dovrei pensare che una serie di sfortunate esperienze dovrebbe costituire la regola universale di come gira il mondo?

Io mi sto esercitando a guardare alla realtà e al passato per quello che sono, oltre ai giudizi, oltre al ricordo, oltre a tutti i fiocchetti o alle schifezze che ci metto addosso filtrando attraverso il maledetto ego e al suo istinto di auto preservazione.

L'avevo letto in un libro anni fa, non ricordo quale (forse era uno di Wayne Dyer): l'ego va DISTRUTTO.
E io lo prendo a picconate in faccia ogni santo giorno. E vivo già meglio di prima.

domenica 3 aprile 2016

The Hello Kitty Plate #110 - ravioli vegetariani fatti a mano


Rieccomi con un esperimento culinario, che altro non è che una variazione sul tema dei miei "famosi" ravioli caserecci. Variazione impasto: stavolta ho usato un uovo, 70g di farina integrale (bio e macinata a pietra) e 30g di farina di farro (sempre bio). L'impasto risultava un po' duro quindi per elasticizzare ho aggiunto pochissima acqua e altra farina quanto bastava per rendere la pasta della consistenza giusta. Ho sperimentato con il ripieno mischiando mozzarisella e spinaci. Devo dire che non ho mai visto sciogliersi la mozzarisella così bene come dentro ai ravioli, è rimasta cremosa e ha dato al ripieno una consistenza vellutata dal sapore particolare. Esperimento pienamente riuscito!  

giovedì 17 marzo 2016

Pensieri: il primo passo


In ogni cosa che si vuole fare o raggiungere è fondamentale compiere "il primo passo", solo da lì si può iniziare un percorso. Facile dirlo ma difficile, guarda un po', farlo. Perchè c'è sempre un motivo o un altro, vuoi per pigrizia, per comodità o semplicemente perché uno non è abbastanza convinto, che spinge a posticipare questa prima cruciale fase.
Ieri ho deciso di fare il mio primo passo verso il vegetarianismo. 
Voi lettori delle mie ricette veg penserete "ma come, non sei già vegetariana"? Sempre ammesso che qualcuno che non mi è già amico legga questo blog, cosa di cui non sono sempre molto certa. In ogni caso, per voi che non mi conoscete dal vivo dico: no! Non sono vegetariana. 
Da anni ho arginato il consumo di carne ad un quantitativo di una volta a settimana, di norma anche meno, perché penso che questo sia il regime alimentare più in accordo con il corpo umano. O quanto meno, senza entrare in questioni di cosa sia universalmente giusto o sbagliato, io mi sento meglio così. Poi è anche vero che il mio consumo di carne è limitato a pochissime specie animali (per lo più solo pollo, suino e manzo) e non ho mai mangiato frattaglie, cuore, fegato o altre rivoltanti parti interne, mi rifiuto perfino di mangiare lo zampone.
Da ieri ho deciso di non mangiare più carne. Mai più. Perchè? Perchè finalmente sto sviluppando quella sensibilità verso la vita e verso gli altri esseri viventi diversi dall'uomo da non voler continuare ad alimentare con il mio consumo personale un'industria fatta di profitto, ingordigia e crudeltà.
Tutto questo nasce dei (per me) temutissimi "video su internet" che mostrano gli allevamenti. Mi è capitato nei giorni scorsi di vederne alcuni secondi per casualità e sebbene fossero solo scene di come gli animali vengono spostati per andare al macello, già solo quello è bastato a farmi rabbrividire. 
Io non sono contro all'uccidere per cibarsi, lo fanno tutti gli animali ed è normale nel ciclo della vita che lo facciamo anche noi (anche se io sono dell'idea che non siamo onnivori, ma ok), però una cosa è uccidere e mangiare e un'altra creare un'industria basata sul maltrattamento animale, sulla brutalità, bombardare le bestie di ormoni per farle crescere di più e rintronarle di antibiotici. Tutte porcherie che poi di riflesso finiscono anche nel mio di stomaco. Che senso ha rifiutarmi di fare, per esempio, il vaccino anti influenzale se poi mi mangio medicine con la carne? 
In più, per mia fortuna, a me la carne non fa per niente gola. L'unica cosa che mi fa gola è il sushi, ragione per cui, per ora, mi limito a non mangiare carne e continuerò a mangiare pesce nel sushi.
Tanto, anche senza essere vegetariana, mi sono ritrovata seimila volte a difendere questa scelta altrui solo perché simatizzante, a questo punto tanto vale farla.
Quindi... addio carne, addio salumi (tanto non li mangio più da un pezzo), addio hamburger.
Al prossimo giro vediamo di dire addio anche al salmone.

venerdì 4 marzo 2016

Pensieri: uomini interessanti dove siete?


Frequento in sacco di posti e un sacco di contesti. Negli anni sono passata dalle discoteche allo yoga, dal ballo country ai centri olistici, andando pure nel campo della moda. Si può dire tranquillamente che io sia una persona che sta sempre in giro e conosce gente del tipo più variegato. Ultimamente però inizio a soffrire di un grave disturbo: l'insofferenza verso la totale assenza di uomini interessanti aggravata dall'esagerata percentuale di presenza femminile.
Tempo fa una mia amica mi ha girato un link di un evento "solo per donne" e lì, mentre stavo per gettare il cellulare contro al muro pensando "ma basta donne!" mi sono resa conto che avevo un problema. In ufficio siamo 90% donne. Nei centri yoga il 90% sono donne. Negli altri contesti che bazzico se la percentuale si alza una buona metà sono gay e i rimanenti sono dei casi umani. Io non ne posso più di stare sempre in mezzo a donne. 
Ok, quantitativamente siamo di più, c'è il famoso dato "tre donne per ogni uomo" da considerare, ma quei pochi uomini che rimangono, ma si può sapere dove sono? Cosa fanno? Perchè, soprattutto, pare che non abbiano alcun interesse? E quando anche ho la fortuna di avere a che fare con il genere maschile è mai possibile che non esce una parola da quelle bocche che non sia banale, scontata, poco interessante e spesso pure poco intelligente?
Non mi piace generalizzare perchè, per fortuna, ci sono delle eccezioni e negli anni ne ho anche incontrate. Peccato che, ovviamente, costoro, uomini che si ergono ad un livello umano un po' più alto sono... ACCOPPIATI! E se anche io non sono interessata a quel genere di rapporto, in quanto accoppiati loro sono irraggiungibili, anche a livello umano. Perchè, si sa, un uomo con una donna l'amicizia non la cerca e quindi se è in coppia non passerà mai con te del tempo di qualità perchè non sei una preda. Non sei assolutamente niente.

Sto diventando una zitella acida tendente al gattarismo? Probabilmente sì. Cosa ci posso fare? Questo è il mondo in cui vivo, un mondo fatto di banalità (mica solo maschile) e di predominanza femminile. 

L'altro giorno, nelle mie silenziose preghiere alla grande forza del grande universo ho detto:

PER FAVORE PUOI MANDARE NELLA MIA VITA UN UOMO CHE IO ABBIA VOGLIA DI ASCOLTARE?

A questo punto sono arrivata, a trovare il genere maschile così poco interessante che quando aprono bocca non ho nemmeno voglia di ascoltare. Oltre ad essere immersa in un mondo di donne, ovunque mi giro, dovunque vado, tutte sempre donne. Tant'è che mi piacerebbe un giorno svegliarmi lesbica così avrei un po' più di spazio di manovra rispetto ad adesso. Ma forse nemmeno perchè le donne lesbiche sono di meno. Dovrei a questo punto svegliarmi in un modno di donne lesbiche, una realtà parallela in cui il lesbismo è la nuova eterosessualità.

E poi, in tutto ciò, le amiche mi vengono a dire " non ti preoccupare, troverai la persona adatta a te". E chi lo dice? Perchè dovrebbe esistere? Chi me lo assicura? 

Continuerò a farmi i fatti miei e a passare più tempo in casa col gatto che fuori a conoscere gente. Tanto è per lo più inutile.