lunedì 25 aprile 2016

The Hello Kitty Plate #111 - pasta integrale agli spinaci con sugo ai piselli


Oggi pasta fatta a mano! Una variante mai provata con l'aggiunta degli spinaci. Erano appena una manciata, già cotti, li ho triturati grossolanamente e ho impastato con 70 g di farina integrale, 30 g di farina di sorgo, sale qb e un uovo. Ho dovuto aggiungere farina fino a rendere l'impasto della consistenza giusta, non avevo considerato che gli spinaci avrebbero rilasciato così tanto liquido. Per il sugo ho bollito qualche minuto i piselli freschi e li ho frullati con panna di riso, poi ho scaldato il tutto in un pentolino con una spruzzata di curcuma e un pochino di burro. Esperimento di oggi: riuscito! 

martedì 12 aprile 2016

Pensieri: perchè essere vegetariani


A poche settimane dalla decisione "primo passo" di eliminare sul serio la carne, già sono passata al vero vegetarianismo eliminando sia carne che pesce. Questa decisione è maturata lentamente nel tempo, saranno almeno dieci anni che ho ridotto drasticamente il mio consumo di carne, ma è solo nell'ultimo anno che ho iniziato a pensare seriamente a passare ad una scelta più concreta. Non è stato facile, non tanto per lo sforzo di evitare carne e pesce che poco mi pesa, quanto per dare alla mia decisione un senso che avesse un vero senso PER ME.
All'inizio il mio pretesto era la salute. Il problema è che non ho riscontrato miglioramenti tali nella mia forma fisica o nel mio stato di salute che mi facessero dire "ah sì, si sta meglio a mangiare così, facciamolo seriamente". Questo è accaduto probabilmente un po' perchè il processo è troppo lento e non ho percepito la differenza oppure perché ho una scarsa percezione di cosa mi fa bene o no, a meno che non sia una reazione immediata. E partendo da questa prima considerazione vorrei anche dire che secondo me chi dice che "ad essere vegetariani ci si sente molto meglio" è bugiardo tanto quanto le donne che millantano "sono abituata ad andare in giro coi tacchi, non mi crea nessun problema".

Piccola parentesi: negli ultimi anni mi sono resa conto di quante bugie ci vengono propinate e servite su piatti d'argento, un po' da chiunque. Per tanto tempo mi sono chiesta perchè questo accada e sono giunta alla conclusione che questo genere di menzogne non sono intenzionali, ma la gente se la racconta (e te le racconta) per giustificarsi. Questioni di ego. Tanto per cambiare.

Io che sull'ego ci lavoro ogni giorno sono completamente sincera nel dire che fra un consumo di carne giornaliero ed un consumo quasi ridicolo di carne la differenza non l'ho sentita. Poi magari non ero arrivata al punto di risentire del consumo di carne e quindi il mio corpo è rimasto nella stessa situazione, ovvero da sano a sano, non saprei. Fatto sta che, con questa premessa, l'eliminazione totale non mi pareva ancora sensata.

Poi è successo che involontariamente ho visto alcuni pezzi di video sugli allevamenti e, nonostante fossero scene solo di addetti che prendono gli animali e li spostano da un punto ad un altro, il modo in cui lo fanno, come se fossero dei sacchi di spazzatura, degli oggetti inanimati, delle "cose" senza importanza, mi ha inorridito. Ho iniziato a pensare seriamente a quanta crudeltà c'è in tutto questo meccanismo di allevamento intensivo, a quanti esseri viventi vengono uccisi per farci ingerire cibo che non ci serve nemmeno, visto che abbiamo alternative. Non che io non abbia mai fatto questo genere di pensieri ma ultimamente qualcosa dentro di me è cambiato e la mia soglia di sensibilità verso questo genere di cose si è alzata (o si è abbassata la tolleranza, decidete un po' voi).

Ma anche questo non mi sembrava un argomento abbastanza convincente perchè, nonostante io abbia letto studi e numeri sulla differenza che fa in termini ecologici e di uccisioni l'impatto di una singola persona che non mangia più carne, mi pareva un discorso parecchio aleatorio. Nel senso: se io non compro carne non è che la quantità che io non mangio non esiste più. Se una azienda produce 100 e io non compro il mio 10 (per esempio) non è che quel 10 non viene prodotto. Anzi magari peggio ancora, viene buttato perchè rimane invenduto. Quindi il discorso dell'impatto del singolo sul sistema globale non mi pareva così persuasivo.

Però, metti insieme un motivo e metti insieme l'altro alla fine ho trovato la chiave verso la decisione: magari il mio non comprare carne a fatti non cambia nulla MA ho deciso che i miei soldi verranno più coerentemente distribuiti a chi non produce morte e crudeltà. E magari il fatturato del  mondo della carne non ne risentirà di una virgola, ma almeno i soldi che guadagno non verranno sprecati malamente ma anzi, verranno più volentieri dati ad aziende bio, che promuovono il cruelty free e a chi si sta impegnando per creare un mondo migliore.

Da qui poi sono nate altre considerazioni sui locali e su dove d'ora in poi deciderò di mangiare fuori casa. Ma di ne questo parlerò a parte.

Per ora mi limito a prendere posizione sui miei consumi. Mai più carne e pesce.

mercoledì 6 aprile 2016

Pensieri: ma basta con i burger di seitan!


Oggi ho da fare una riflessione meno profonda di quella di ieri: l'assurdità del proporre in un locale un burger vegetale con il seitan.

Partiamo dal presupposto che il seitan non è una roba così sana, almeno a mio parere. Intanto è una trasformazione della farina, generalmente di manitoba, che è meno dannosa della farina 00, ma tanto a meno che il burger non lo compri e non controlli non lo sai con che farina è fatto. E vabè, iniziamo così.

Di per sè, anche se non sono così a favore del seitan, il burger poverino non fa niente di male. Da solo.

Se nei locali che propongono i burger (quelli fatti con il pane intendo) però smettessero di ostinarsi a metterlo dentro sono sicura che sarebbe meglio per tutti.

Perchè un burger panino con dentro il burger di seitan vuol dire mangiare "pane con contorno di pane"! Non vi pare nutritivamente ridondante? Che senso ha sommare farinacei a farinacei? Per quanto mi riguarda nessuno.

Come dire che mi mangio un piatto di patate e purè. O fette di pomodoro al sugo. O un uovo all'occhio di bue su letto di frittata. Ma quale senso culinario ha?

I burger vegetali sono molto versatili, io sto sperimentando qualsiasi tipo di impasto, con granulato di soia, con patate, con tofu, con legumi, con riso. Ci sono mille mila combinazioni. Poi vado in un locale e mi vedo "burger di seitan". No, signori, no, io farina al quadrato non la voglio mangiare, per favore. 

Io dico no al panino con il seitan! E se non eravate coscienti della ridondanza alimentare del burger con il seitan, ora lo siete!


martedì 5 aprile 2016

Pensieri: lasciar andare


In un percorso di crescita personale una delle cose più importanti da imparare è il concetto di lasciar andare.
Ma che cosa, direte voi, devo lasciar andare? La risposta è unica, semplice e chiarissima: TUTTO.
La mente umana, che è il nostro più grande dono ma anche il nostro vero e unico nemico, ha l'insensata tendenza ad attaccarsi a qualsiasi cosa. Alla mente, anzi per la precisione al nostro ego, non piace cambiare. Cambiare è una incognita e in quanto tale è motivo di panico per la nostra sovrastruttura psicologica, creata in anni di bombardamenti di informazioni, input, nozioni e atteggiamenti che nemmeno ci appartengono, nella maggior parte dei casi.
L'altro giorno leggevo una simpatica strip in cui una voce fuori campo diceva:
"Chi vuole il cambiamento?"
"TUTTI" risponde la folla
"Chi vuole cambiare?"
-silenzio-

In un altra pagina web ho letto: "chi, pensando a se stesso fra cinque o dieci anni, sarebbe felice nel vedersi esattamente come oggi? Senza che nulla sia cambiato?". Probabilmente nessuno, giusto?

Eppure facciamo di tutto per non cambiare, per rimanere attaccati agli stessi schemi, perfino a quelli più banali di ogni giorno. Percorriamo la stessa strada, facciamo le stesse riflessioni, andiamo nello stesso ufficio, mangiamo lo stesso tipo di cibo (o he quanta paura che fa alimentarsi diversamente! E quanto fa incazzare la gente l'argomento!).

Una volta ho descritto la vita come "la fotocopia di una fotocopia". Avevo 17 anni. E avevo capito già tutto.

Una delle cose che ho scoperto è che nella mia (maledetta) testa ha un peso veramente enorme lo hanno i ricami che ho fatto sulle persone del passato, soprattutto su quelle a cui ho voluto bene. Ho preso vecchi sentimenti e li ho coccolati per tutta la vita. Ho dato alle persone le etichette di "buono", "cattivo", "importante", "meraviglioso" e le ho cristallizzate lì, accarezzandole di tanto in tanto. Quando vedo una vecchia foto o quando ricordo un avvenimento. Quando ascolto una canzone a cui sono legata. Qualcuno potrà pensare che non ci sia niente di male ad indulgiare sulla nostalgia, invece questo atteggiamento è uno dei peggiori. Imbriglia la mente nel passato e lo colora di un colore che non sbiadisce mai. Lo tiene vivo come se fosse ancora presente e codifica la realtà passata di un valore già di per sè filtrato dall'esperienza ed in quanto tale, fittizio.

Un fatto è un fatto, un avvenimento è una serie di momenti, un'esperienza è un modo per comprendere. E deve finire lì. Questo io mi prefiggo d'ora in poi: lasciar andare le emozioni che restano appiccicate ai miei ricordi. E non solo le emozioni ma anche tutto quello che la mente ci ha costruito sopra, come ad esempio la convinzione (ridicola ma tristemente umana) che a stessa situazione corrisponda sempre la stessa risoluzione. Quindi un paio di delusioni amorose diventano "l'amore non esiste". Incontrare qualche persona stronza diventa "tutte le persone sono stronze" e così via. La mia obiezione a tutte queste affermazioni è diventata "e perchè mai?". Perchè dovrei pensare che una serie di sfortunate esperienze dovrebbe costituire la regola universale di come gira il mondo?

Io mi sto esercitando a guardare alla realtà e al passato per quello che sono, oltre ai giudizi, oltre al ricordo, oltre a tutti i fiocchetti o alle schifezze che ci metto addosso filtrando attraverso il maledetto ego e al suo istinto di auto preservazione.

L'avevo letto in un libro anni fa, non ricordo quale (forse era uno di Wayne Dyer): l'ego va DISTRUTTO.
E io lo prendo a picconate in faccia ogni santo giorno. E vivo già meglio di prima.

domenica 3 aprile 2016

The Hello Kitty Plate #110 - ravioli vegetariani fatti a mano


Rieccomi con un esperimento culinario, che altro non è che una variazione sul tema dei miei "famosi" ravioli caserecci. Variazione impasto: stavolta ho usato un uovo, 70g di farina integrale (bio e macinata a pietra) e 30g di farina di farro (sempre bio). L'impasto risultava un po' duro quindi per elasticizzare ho aggiunto pochissima acqua e altra farina quanto bastava per rendere la pasta della consistenza giusta. Ho sperimentato con il ripieno mischiando mozzarisella e spinaci. Devo dire che non ho mai visto sciogliersi la mozzarisella così bene come dentro ai ravioli, è rimasta cremosa e ha dato al ripieno una consistenza vellutata dal sapore particolare. Esperimento pienamente riuscito!