martedì 30 giugno 2015

Happening milanesi: cose dal Giappone che difficilmente comprendiamo

Kojo Rantaro

A Milano, fino a fine agosto 2015, a Palazzo Clerici c'è la mostra Art Aquarius, installazioni con pesci rossi giapponesi in acquari particolari e scenografici, fra luci e colori d'atmosfera. La mostra ancora non l'ho vista ma ho approfittato degli eventi serali gratuiti per andare a vedere la performance di Kojo Rantaro, artista di teatro giaponese che mette in scena una "Oiran dance", rappresentazione del fascino delle cortigiane oiran, che erano delle intrattenitrici a metà strada fra le ballerine e le prostutite. Ovviamente mi par difficile capire la differenza con una geisha, ma non importa, dovrei documentarmi e non ne ho voglia. 
Quello che mi lascia perplessa è quale significato o bellezza può trovare un occidentale in una performance di questo tipo: un uomo vestito da donna che in pratica passeggia su un palco muovendo le mani e facendo mossette con significati che non capiremo mai. 
Non dico che non mi sia piaciuto lo spettacolo, sicuramente è particolare e affascinante, ma è adatto ad un pubblico occidentale? Senza spiegazione, senza una parola di introduzione, cosa possiamo capire? Ci sono differenze culturali fra oriente e occidente che non sono così colmabili, quanto meno non nell'immediato. Con una adeguata preparazione o spiegazione possiamo comprendere più a fondo ciò che vediamo ma così... io credo di no.
Ho avuto la stessa sensazione con la cerimonia del tè. A vederla è stata esasperante, lunga, lenta, una noia mortale. Poi mi sono letta il motivo della lentezza, il perchè di ogni gesto e ritualità. E allora ho compreso meglio e forse a saperlo prima mi sarei goduta di più il momento.

1 commento:

  1. Sono totalmente d'accordo, una spiegazione anche breve sarebbe stata molto utile, anche se questo non toglie che è stata lo stesso una cosa molto bella alla quale assistere.

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