giovedì 23 agosto 2012

RACCONTO - La scatola dei segreti

LA SCATOLA DEI SEGRETI

Svuotare i mobili di tutte le mie cose e impacchettare per trasferirmi in un'altra casa è un processo lungo e laborioso, eppure in qualche modo mi sembra quasi catartico: ogni anta del mobile della sala diventa una sorpresa, dopo aver tolto le cose che uso di più, quelle che stanno davanti, le inscatolo con cura, poi mi imbatto in oggetti o ricordi di cui avevo perso memoria. La maggior parte vengono buttati direttamente in spazzatura: vecchi regali di Natale che non mi sono mai piaciuti, orrende bomboniere di matrimoni, libri che non ho mai letto, bigiotteria ormai fuori moda. Prendo quasi tutto e con un sorriso me ne sbarazzo perché sto per cominciare una nuova vita in un altro luogo, lontano da qui. Accanto a me ci sono già quattro scatole di roba da portarmi via e due sacchetti da buttare, il mobile è ormai quasi vuoto quando in fondo ad un cassetto, sepolta sotto a fogli e documenti che ho lasciato sparsi, trovo quella che avevo battezzato “la scatola dei segreti”. È una scatola in legno intarsiato a motivi floreali che richiamano un po' lo stile liberty, non molto grossa, probabilmente è stata pensata come portagioie. Appena l'ho vista me ne sono innamorata, ero ad un mercatino delle pulci con mia madre, avevo credo intorno ai quindici anni e l'ho pregata di comprarmela, avevo la sensazione che quell'oggetto mi stesse chiamando. Non avevo nulla di particolare da metterci dentro e non sapevo bene cosa farmene, l'avevo messa sul mio comodino, la osservavo e mi chiedevo cosa mai potessi farne. Dopo qualche giorno ho avuto l'idea: l'avrei usata per custodire i miei segreti. Ero una ragazzina molto solitaria e avevo pochi amici, più che altro delle conoscenze con cui ogni tanto uscivo, facevo un giro e quattro chiacchiere di argomenti senza importanza. Un po' ci soffrivo, tenere sempre tutto dentro senza confidarmi mai iniziava a diventare difficile. Allora ho deciso che ogni volta che mi succedeva qualcosa che io ritenevo “un segreto”, qualcosa che avrei confessato solo ad una migliore amica che invece non avevo, l'avrei scritto su un foglietto e riposto nella mia scatola dei segreti. Periodicamente tiravo fuori tutto, rileggevo e se alcune cose non contavano più nulla per me lo bruciavo, come per depurarmi dalle vecchie memorie. Poi un giorno ho smesso di leggerli e si sono accumulati, dopo alcuni anni ho smesso anche di scriverli, avevo iniziato a fidarmi delle persone e a confidare  i miei pensieri alla mia migliore amica.
Con la scatola in mano e la curiosità di leggere i miei vecchi segreti, mi sono seduta a terra e l'ho aperta.

“Ho rubato della lingerie alla Upim”

Il mio primo segreto mi fa sorridere, mi ricordo di quelle bellissime mutande di pizzo, non avevano l'anti taccheggio e quando le ho provate in camerino erano così belle, così sexy, il mio primo paio di mutande da “adulta” e in contemporanea il mio primo (ed unico) furto. Ricordo ancora il batticuore quando sono uscita e ho passato le porte davanti al tizio della security che mi guardava noncurante.

“Ho fatto sesso senza protezioni, voglio fare il test HIV”

Ricordo che avrei tanto voluto avere qualcuno con cui parlare di questo, ero terrorizzata. Ero alle mie prime esperienze con i ragazzi e quando si arrivava al fatidico momento cruciale io volevo sempre tirare fuori l'argomento “preservativo” ma la gola mi si annodava e le parole non uscivano, quindi o ne parlava lui oppure stavo zitta. La prima volta che l'ho fatto senza protezioni sono andata talmente nel panico che ho giurato che non sarebbe mai più accaduto, fra il terrore di essere incinta o di aver preso qualche malattia. Per fortuna i miei esami del sangue erano tutti regolari. Ripensare a quel momento in cui li ho avuti in mano e ho letto “negativo” mi fa ancora battere il cuore un po' più veloce.

Leggo altri foglietti, la maggior parte sono fatti di cui non ho più alcun ricordo preciso, alcuni mi fanno sorridere leggendoli con gli occhi di me stessa adulta. Eppure in qualche modo tante cose sono ancora ricorrenti dentro di me, le confessioni di tristezza, il senso di inutilità e solitudine, la voglia di condividere i miei pensieri e non riuscirci. Alcuni di questi segreti potrei benissimo averli scritti ieri.
Mi chiedo in fondo nel corso della vita quanto cambiamo davvero. Prendo alcuni fogli, quelli che parlano dei miei stati d'animo e non di fatti veri e propri e me li metto davanti, per terra uno accanto all'altro riconosco una mappa di me stessa, nel passato come oggi, l'essenza delle mie tristezze, delle mie ansie e delle mie paure. Certo, oggi so gestire tutto molto meglio e non faccio più la melodrammatica come facevo da adolescente, almeno non sempre. Però è tutto lì, è tutto ancora in me, come una nera palude che adesso so attraversare con sicurezza, ma che comunque ho sempre sotto i piedi.
Ma adesso che sto cambiando casa, che sto cambiando vita, voglio lasciar andare anche queste vecchie parti di me, perché in fondo non mi servono più e so che sono solo rimasugli di vecchi pensieri e di vecchie esperienze.
Prendo un posacenere e uno ad uno do fuoco a tutti i foglietti e li lascio lì a bruciare, sentendomi più leggera.
La mia scatola dei segreti ora è vuota e ho deciso che verrà con me, cambiando funzione. D'ora in poi sarà la mia “scatola della felicità” e ogni volta che mi sentirò contenta ed appagata lo custodirò qui dentro.
Prendo un foglio e ci scrivo sopra:

“Ho lasciato andare il passato per essere una nuova me stessa”

lo piego, lo metto nella scatola e la chiudo.



1 commento:

  1. Mi fa riflettere la frase: mi chiedo nella vita quanto cambiamo davvero. Vasco Rossi dice: se non ti piaci vedrai.....non cambierai ............mai. Io penso invece che dipenda molto da quanto lo vuoi il cambiare e' la lotta tra forza di volonta' e abitudine. E' sempre bello comunque provarci e sperarci. Tante volte il cambiamento interiore si manifesta con un gesto esteriore per esempio quando una donna cambia taglio capelli dicono dovresti chiedergli ti e' successo qualcosa di particolare, o quelli che si fan un tatuaggio celebrativo. E lo stesso Traslocare nuova casa nuova vita. questa scatola con cui ci confidiamo io la vedo anche come facebook, quasi i nostri post infondo siano i bigliettini che scriviamo e ci buttiamo li per non tenerci tutto dentro perche' magari ci sentiam un po' soli come il personaggio in gioventu prima di aver trovato la best friend che nel finale invece la trasforma in una condivisione degli stati d'animo della felicita'.

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