lunedì 9 novembre 2015

Pensieri: Yoga Festival, Yogabeats e David Sye


Sono banale nei miei commenti, lo ammetto. Anche stavolta, come spesso accade nelle esperienze che faccio, la conclusione è sempre la stessa: è stata una giornata veramente strepitosa!
Stupiti che io provi questo entusiasmo per le cose che faccio? Una volta in effetti sarei stata stupita anche io nel sapere che un giorno questo sarebbe stato l'approccio alla mia vita, ma non divaghiamo.

Sono reduce da un'esperienza meravigliosa, anzi due: aver fatto la volontaria per aiutare allo Yoga Festival di Milano e il seminario di David Sye.
L'anno scorso mi era balenato in mente di dare la mia disponibilità per aiutare durante il festival, poi, per lo più per pigrizia, non l'ho fatto. Quest'anno, dopo mille tentennamenti fra me e il mio ego che blaterava "rimani nella tua zona di comfort per carità" ho deciso di farlo. E sono stata felicissima.
Lo Yoga Festival è uno degli happening milanesi che aspetto ogni anno con ansia, lo adoro, non solo perchè mi permette di conoscere nuove scuole e nuovi stili di yoga, ma anche per l'aria che si respira passeggiando per gli stand, i sorrisi delle persone, il mood che ti trasmette. Pensare in qualche modo di poterne far parte, anche solo per un turno di sei ore, era un pensiero elettrizzante. Il mio compito di volontaria era addetta alla sala Mandala, una delle due sale che propone classi gratuite. E così, dopo un esordio fantozziano che mi ha portata ad arrivare in lieve ritardo causa gomma della bicicletta a terra, mi sono appostata davanti alla sala e ho accolto gli insegnanti, sistemato i microfoni (con somma gioia dei fonici che quando passavano da me trovavano tutto sotto controllo), aiutato le persone che chiedevano informazioni, controllato che tutto fosse in ordine. E' stato stupendo lavorare per una volta per qualcosa di utile e bello, sorridere agli sconosciuti, osservare realtà che non mi appartengono, essere al servizio di chi fa questo mestiere meraviglioso che è insegnare yoga.
Certo, per me che sono abituata a stare seduta tutto il giorno in ufficio, stare in piedi più di sei ore filate è stato un po' provante, tant'è che la prima cosa che ho fatto una volta finito il turno è stata sedermi a casaccio da qualche parte e mangiare una barretta di frutta secca, essendo a stomaco vuoto dalle 9 del mattino.
Purtroppo un vero pasto non lo potevo fare perchè un paio d'ore scarse dopo avevo il seminario di David Sye.


Ho scelto di fare questo seminario perchè avevo letto del suo approccio anti convenzionale su Yoga Journal ed ero molto curiosa. Quando l'ho visto sono rimasta un po' stranita, di certo non ci si immagina che un tizio tutto super tatuato dalla testa ai piedi possa essere un insegnante di yoga. E poi ammetto che me lo immaginavo molto più alto. 
La sala era abbastanza piena e io ero molto curiosa. Traduttrice di David niente meno che Elena De Martin, accompagnata da un carinissimo barboncino nero.


Non ci sono parole adeguate per descrivere l'esperienza con David Sye, perchè, come anche scrive sul suo sito ufficiale (link QUI), l'unica cosa per capire è provare a farlo!
Il suo yoga, battezzato Yogabeats, vuole rompere le barriere della serietà portando chi lo pratica a giocare, sperimentare, ridere, uscire dalla propria zona di comfort. La lezione prevede ampio ausilio della musica, ma non la solita musica indiana o new age, bensì canzoni rock, jazz, ritmo e volume alto. Utilizza tecniche di respirazione e movimento e ti spinge a lasciar andare l'autocritica, l'ego, la paura.
"Fate questa asana e cadete a terra...? Who cares! Laugh and try again!"
Non mi sono mai divertita così tanto facendo yoga. Mi sono sentita libera, felice, accompagnata verso una nuova prospettiva di atteggiamento.
Inutile dire che come prima cosa... mi sono iscritta alla newsletter ufficiale di David. E ho deciso che un giorno andrò a Londra, o in qualsiasi altro luogo, a fare un'altra classe con lui. E un giorno anche un seminario.
Ma la cosa più importante che ho imparato, anche se credo lo abbia detto già Patanjali, oppure Buddha:

NON ESISTE NESSUN GURU, SEI TU STESSO IL TUO GURU.

Ma una cosa cosa è leggere una frase e un'altra è "sentirla" con il cuore, leggerla sulle labbra di una persona straordinaria come David Sye, assimilare il concetto mentre lo applichi nella tua pratica yoga.

Grazie David, mi hai donato qualcosa di meraviglioso.

Grazie Yoga Festival per la magnifica opportunità.

Grazie a me, per aver superato il difficile step di pigrizia che mi ha portata fin qui.

Namastè... everyone... namastè!

2 commenti:

  1. Ma che bello! Si respira proprio tutta la felicità che ti ha dato questa giornata! Bravissima davvero

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