martedì 5 aprile 2016

Pensieri: lasciar andare


In un percorso di crescita personale una delle cose più importanti da imparare è il concetto di lasciar andare.
Ma che cosa, direte voi, devo lasciar andare? La risposta è unica, semplice e chiarissima: TUTTO.
La mente umana, che è il nostro più grande dono ma anche il nostro vero e unico nemico, ha l'insensata tendenza ad attaccarsi a qualsiasi cosa. Alla mente, anzi per la precisione al nostro ego, non piace cambiare. Cambiare è una incognita e in quanto tale è motivo di panico per la nostra sovrastruttura psicologica, creata in anni di bombardamenti di informazioni, input, nozioni e atteggiamenti che nemmeno ci appartengono, nella maggior parte dei casi.
L'altro giorno leggevo una simpatica strip in cui una voce fuori campo diceva:
"Chi vuole il cambiamento?"
"TUTTI" risponde la folla
"Chi vuole cambiare?"
-silenzio-

In un altra pagina web ho letto: "chi, pensando a se stesso fra cinque o dieci anni, sarebbe felice nel vedersi esattamente come oggi? Senza che nulla sia cambiato?". Probabilmente nessuno, giusto?

Eppure facciamo di tutto per non cambiare, per rimanere attaccati agli stessi schemi, perfino a quelli più banali di ogni giorno. Percorriamo la stessa strada, facciamo le stesse riflessioni, andiamo nello stesso ufficio, mangiamo lo stesso tipo di cibo (o he quanta paura che fa alimentarsi diversamente! E quanto fa incazzare la gente l'argomento!).

Una volta ho descritto la vita come "la fotocopia di una fotocopia". Avevo 17 anni. E avevo capito già tutto.

Una delle cose che ho scoperto è che nella mia (maledetta) testa ha un peso veramente enorme lo hanno i ricami che ho fatto sulle persone del passato, soprattutto su quelle a cui ho voluto bene. Ho preso vecchi sentimenti e li ho coccolati per tutta la vita. Ho dato alle persone le etichette di "buono", "cattivo", "importante", "meraviglioso" e le ho cristallizzate lì, accarezzandole di tanto in tanto. Quando vedo una vecchia foto o quando ricordo un avvenimento. Quando ascolto una canzone a cui sono legata. Qualcuno potrà pensare che non ci sia niente di male ad indulgiare sulla nostalgia, invece questo atteggiamento è uno dei peggiori. Imbriglia la mente nel passato e lo colora di un colore che non sbiadisce mai. Lo tiene vivo come se fosse ancora presente e codifica la realtà passata di un valore già di per sè filtrato dall'esperienza ed in quanto tale, fittizio.

Un fatto è un fatto, un avvenimento è una serie di momenti, un'esperienza è un modo per comprendere. E deve finire lì. Questo io mi prefiggo d'ora in poi: lasciar andare le emozioni che restano appiccicate ai miei ricordi. E non solo le emozioni ma anche tutto quello che la mente ci ha costruito sopra, come ad esempio la convinzione (ridicola ma tristemente umana) che a stessa situazione corrisponda sempre la stessa risoluzione. Quindi un paio di delusioni amorose diventano "l'amore non esiste". Incontrare qualche persona stronza diventa "tutte le persone sono stronze" e così via. La mia obiezione a tutte queste affermazioni è diventata "e perchè mai?". Perchè dovrei pensare che una serie di sfortunate esperienze dovrebbe costituire la regola universale di come gira il mondo?

Io mi sto esercitando a guardare alla realtà e al passato per quello che sono, oltre ai giudizi, oltre al ricordo, oltre a tutti i fiocchetti o alle schifezze che ci metto addosso filtrando attraverso il maledetto ego e al suo istinto di auto preservazione.

L'avevo letto in un libro anni fa, non ricordo quale (forse era uno di Wayne Dyer): l'ego va DISTRUTTO.
E io lo prendo a picconate in faccia ogni santo giorno. E vivo già meglio di prima.

1 commento:

  1. Bellissima riflessione e scelta di percorso, sono d'accordo con tutto, peccato che molto spesso risulti difficile lasciare andare, ma hai ragione tu, è la cosa giusta.

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